Mercoledì 17 gennaio i sindacati della scuola sono convocati presso il Ministero per discutere sulla questione dei diplomati magistrale.
Su quale debba essere la soluzione il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi ha già le idee chiare: “Il Governo deve emanare un decreto-legge che sani una volta per tutte la situazione: non è più tollerabile che i diritti dei lavoratori/trici vengano decisi con sentenze ‘tribunalizie’, contraddittorie, illegittime e strumentali”.
Secondo i Cobas il decreto dovrà basarsi su 4 punti irrinunciabili:
1) Le immesse/i in ruolo che hanno superato l’anno di prova mantengono il proprio posto e lo stesso vale per chi deve superare l’anno di prova in questo anno scolastico
2) Permanenza nelle GAE, in base al punteggio acquisito, di tutti/e i/le docenti con relativo scioglimento della riserva.
3) Riapertura delle GAE, in tutti gli ordini di scuola, per tutti/e i/le docenti in possesso di abilitazione (diplomati magistrale con titolo conseguito entro l’a.s. 2001/2002, laureati in Scienze della Formazione Primaria vecchio e nuovo ordinamento, PAS, TFA, ecc.).
4) Immissione in ruolo di tutti/e i/le precari/e con 3 anni di servizio presso le scuole di ogni ordine e grado
Bernocchi coglie anche l’occasione per sottolineare l’iniquità delle politiche in materia di precariato fin qui perseguite dai diversi Governi.
“Non sono i precari/e a dover pietire per una loro giusta sistemazione – sostiene il portavoce – ma sono i governi, è lo Stato, è la scuola ad avere un bisogno assoluto delle centinaia di migliaia di precari che vi operano da anni, in condizioni di lavoro sempre più pesanti e pagati/e meno di una baby-sitter. Per il prossimo anno scolastico le domande di pensionamento sono il 26% in più degli anni scorsi. I prigionieri della riforma Fornero fuggono da una scuola-azienda che ha reso umilianti le condizioni di lavoro, la didattica, i rapporti con studenti e famiglie: e lo faranno nei prossimi anni tutti/e quelli che potranno”.
“Dunque – ironizza (ma neppure troppo) Bernocchi – lo Stato deve ringraziare le centinaia di migliaia di precari/e disposti/e a subentrare: e conseguentemente finirla con l’imposizione del precariato a vita, stabilizzando definitivamente tutti gli abilitati/e che si sono guadagnati sul campo (da sempre il 99,9 % dei docenti ha imparato a insegnare insegnando) il diritto e il dovere dell’insegnamento”.
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