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Diplomati magistrale, Cub Scuola: “nessuna risposta dall’Avvocatura di Stato”

Per il momento, sembra tramontare l’idea che il parere dell’Avvocatura di Stato in merito alla sentenza dei diplomati magistrale estromessi dalle GaE possa arrivare entro la giornata del 23 marzo.

Eppure il Ministero aveva indicato questa data per far luce sulla vicenda, che coinvolge oltre 50 mila insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria. Al momento, tuttavia, non è stato reso noto alcun parere.

Polemici i sindacati impegnati in giornata nello sciopero: davanti al Miur si sono presentati oltre 400 insegnanti per manifestare contro lo spettro dei licenziamenti presagito dalla sentenza del Consiglio di Stato dello scorso novembre.

Cub scuola: il muro di gomma del Miur

La Cub Scuola, tramite un comunicato, esprime la propria delusione: “la prima risposta, la prima incredibile risposta che il MIUR da oggi al movimento delle diplomate magistrali in lotta è CHE NON C’È NESSUNA RISPOSTA e che l’Avvocatura dello Stato che avrebbe dovuto dare un parere sulla situazione al MIUR si caratterizza per un fragoroso silenzio. A tre mesi da quando una sentenza indecente del Consiglio di Stato ha posto a rischio diritti, abilitazione, presenza nelle graduatorie ad esaurimento, posti di lavoro di decine di migliaia di colleghe e di colleghi, ancora oggi il MIUR è simile a un muro di gomma che rimanda decisioni, responsabilità, impegni ad altri”.

Il sindacato di Cosimo Scarinzi ribadisce che serve una risposta politica chiara: “il riconoscimento del carattere abilitante del diploma magistrale, un piano di assunzioni che garantisca il diritto al lavoro di tutte le colleghe senza artificiose contraddizioni fra diplomate magistrali e laureate in scienze della formazione primaria, contrapposizioni che servono solo a chi vuole negare a tutti e tutte la certezza dei diritti”.

Anche Cobas polemico

Dello stesso tenore il commento di Piero Bernocchi, segretario Cobas: “queste quasi 50.000 maestre, non solo si sono guadagnate sul campo il diritto e il dovere di insegnare, ma le sette sentenze del Consiglio di Stato precedenti a quest’ultima avevano riconosciuto loro l’abilitazione con il diploma magistrale. Senza pensare che molte di loro insegnano ormai da 10 15 anni”.

Quale soluzione?

Ricordiamo che le ipotesi di soluzione formulate in questi mesi sono molte: dalla graduatoria ad hoc riservata, all’anno di prova equivalente al concorso. Ma il corso – concorso sembrerebbe la soluzione più gradita a Viale Trastevere, almeno fino ad oggi.

 

Fabrizio De Angelis

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