Per i Cobas sarebbe in arrivo a breve un decreto legge per risolvere la vicenda delle maestre e dei maestri con diploma magistrale: a riferirlo è il leader del sindacato Piero Bernocchi, che ha incontrato alcuni parlamentari e il senatore della Lega Mario Pittoni.
“Lo strumento previsto sarà un decreto legge vista l’urgenza di adottare un provvedimento nel merito – ha detto Bernocchi al termine dell’incontro – e c’è un impegno a recepire, nel percorso di trasformazione in legge del decreto, i rilievi che dovessero essere mossi”.
La notizia è sembrata una mezza risposta all’ennesima manifestazione di protesta contro la sentenza di fine 2017, che ha “retrocesso” oltre 55mila maestri in graduatoria d’istituto.
Il 21 giugno, dopo il lungo sciopero della fame, svolto nei pressi del Miur, che non ha portato ad alcun risultato, complice il periodo di passaggio tra una legislatura e l’atra, un trentina di maestre e maestri diplomati magistrali hanno partecipato al presidio organizzato dai Cobas a Montecitorio.
Con loro c’erano anche delegazioni di Pisa e Bologna.
Dalle 10 alle 13 si sono alternati interventi, slogan e canti per riaffermare le ragioni della lotta che ininterrottamente prosegue da sei mesi.
Sono intervenuti al presidio parlamentari di diverse forze politiche: Alessandro Battilocchio e Maria Spena di Forza Italia; Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali; Veronica Giannone, Maria Pallini e Jessica Costanzo del Movimento 5 Stelle.
“Tutti i parlamentari hanno dimostrato disponibilità ad affrontare in tempi rapidi la questione dei diplomati magistrali pur sottolineando i ruoli distinti dei partiti di opposizione e di governo”, ha concluso Bernocchi.
L’ottimismo del portavoce del sindacato più rappresentativo tra i comitati di base, è stato però subito smentito da Miur, secondo il quale, le notizie che stanno circolando in merito al caso dei diplomati magistrali sono “premature e incomplete”.
Interpellato dall’Ansa, il ministero dell’Istruzione fa sapere che “gli uffici ministeriali stanno lavorando ogni giorno per individuare una soluzione che contemperi gli interessi delle parti coinvolte (soprattutto le posizioni di migliaia di laureati in scienze della formazione primaria n.d.r.)”.
Comunque sia, concludono da Viale Trastevere, la decisione sui maestri dell’infanzia e primaria, “sarà adottata rapidamente anche per consentire un corretto avvio del prossimo anno scolastico”.
A dire il vero, siamo già fuori tempo massimo: sapere o non sapere che decine di migliaia di docenti quest’anno in servizio dovranno o non dovranno rimanere nelle GaE, cambia molto gli scenari. Considerando anche che gli organici sono stati praticamente completati e la macchina della mobilità è già a buon punto.
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