All’indomani delle elezioni come FLC CGIL sentiamo l’urgenza di rimettere al centro dell’attenzione della politica il tema del precariato della scuola e in particolare del reclutamento del personale della scuola primaria e dell’infanzia che, con la vicenda dei diplomati magistrali, segna una delle pagine più buie della storia della scuola italiana.
In questa lunga campagna elettorale, accompagnata anche da vane attese, come quella rispetto al pronunciamento dell’Avvocatura dello Stato che sarebbe dovuto arrivare entro la fine di marzo, ci ritroviamo oggi con decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici della scuola italiana che restano di fatto in una condizione indefinita.
Riteniamo per questo urgente e doverosa da parte dei partiti rappresentati in Parlamento una presa di posizione chiara, con l’avvio di un confronto che possa portare a quella soluzione politica che invochiamo ormai da troppi anni.
Sono almeno 43.000 i diplomati magistrali che hanno una vertenza pendente con il MIUR per l’inserimento in GAE, circa 6000 quelli che hanno avuto l’assunzione in ruolo, seppure con una clausola risolutiva. Accanto a questi, migliaia di laureati in Scienze della Formazione Primaria, docenti abilitati all’insegnamento per la scuola primaria e dell’infanzia, che ad oggi non possono accedere a un canale di assunzione, come invece previsto per i docenti abilitati della scuola secondaria.
Come FLC CGIL abbiamo chiesto ai capigruppo di tutte le formazioni politiche un incontro urgente su questa materia, al fine di avviare un confronto costruttivo, ma serrato, che non può essere più rinviato.
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Roma, 3 aprile 2018
Prot. N. 92/2018
Ai Capigruppo parlamentari di Camera e SenatoOggetto: richiesta di incontro ai Capigruppo parlame ntari di Camera e Senato sullavicenda dei lavoratori della scuola primaria e dell’infanzia diplomati magistrali coinvolti nella vertenza per l’accesso alle Graduatorie Provinciali ad Esaurimento
Egregi Onorevoli e Senatori,
la vicenda che vede coinvolti i circa 43.000 insegnanti diplomati magistrali che hanno prodotto a partire dal 2014 numerose vertenze per l’inserimento nelle Graduatorie provinciali ad esaurimento segnauna delle pagine più complesse e buie della storia della scuola.
Secondo i dati del MIUR il contenzioso in atto coinvolge complessivamente più di 43.000 docenti,oltre 6000 già assunti a tempo indeterminato, seppur con riserva, e circa 3000 destinatari di sentenze passate in giudicato, la cui posizione ha quindi una natura definitiva. Questi insegnanti lavorano da anni nelle scuole italiane e in diverse province del nord Italia rappresentano la quasi totalità dei potenziali destinatari di migliaia cattedre, sia di posto comune che di sostegno, della scuola primaria e dell’infanzia. A seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 11 del 2017, che ha ribaltato l’orientamento mantenuto fino a quel momento dalla giustizia amministrativa, i 6000 assunti a tempo indeterminato rischiano di vedere risolto il proprio rapporto di lavoro a tempo indeterminato e gli altri 43.000 inseriti nelle Graduatorie Provinciali ad Esaurimento di esserne esclusi. In maniera indiretta sono stati coinvolti nelle dinamiche di questa vertenza anche migliaia di lavoratori presenti nelle Graduatorie ad Esaurimento prima dei ricorsi e migliaia di Laureati in Scienze della Formazione Primaria. Questi ultimi, al pari dei diplomati magistrali, sono docenti abilitati per l’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia, esclusi tanto dall’accesso alle Graduatorie ad Esaurimento, quanto da eventuali percorsi di accesso all’assunzione a tempo indeterminato analoghi a quelli che la normativa recente ha introdotto per gli insegnanti abilitati della scuola secondaria. In questa vicenda sono poi di fatto coinvolti anche alunni e alunne di questi insegnanti, le loro famiglie, il buon funzionamento delle istituzioni scolastiche, la continuità didattica, il diritto all’inclusione per gli alunni diversamente abili. Sin dal 2014 come FLC CGIL abbiamo più volte invocato un intervento legislativo sulla materia, in modo da porre fine al ricorso alla vertenzialità come strumento per risolvere i problemi legati al reclutamento del personale della scuola. Oggi riteniamo che quell’intervento non sia più rinviabile. Per questo motivo come rappresentanti di un’organizzazione sindacale confederale che rappresenta i lavoratori della scuola e nella propria attività cerca di coniugare gli interessi delle categorie rappresentate con quelli più generali della collettività chiediamo alle SS.VV. di volerci convocare per avviare un confronto che porti ad una soluzione di questa vicenda.