Il weekend appena trascorso è stato segnato dalla forte contestazione delle maestre diplomate magistrale nei confronti del Movimento Cinque Stelle. A pagare per tutti Lucia Azzolina e Silvia Chimienti, presenti entrambe alla manifestazione Moviefest di Torino.
Infatti, come testimoniato dal video diffuso da La Repubblica, alcune decine di maestre diplomate magistrali hanno partecipato tra il pubblico alla tavola rotonda sull’istruzione, attaccando il Governo ed in particolare il movimento di Beppe Grillo “Abbiamo preso atto del fatto che questo è davvero il governo del cambiamento – ha attaccato una maestra dal pubblico – Ha cambiato idea tra quanto ha promesso in campagna elettorale e quanto ha fatto quando si è seduto sulla sedia. Abbiamo sbagliato a votarvi”.
Le maestre hanno rivolto parole pesanti alla deputata Azzolina e a Silvia Chimienti. Quest’ultima è stata la prima ad intervenire in difesa del Movimento dalla propria pagina Facebook: “Non c’è stata nessuna promessa elettorale di riapertura delle GaE”,
Poi ha proseguito: “Nel programma del M5S c’era scritto che si sarebbe cercata una soluzione al precariato in grado di tutelare TUTTE le categorie di docenti della primaria (GAE, DM e SFP). La soluzione studiata dal governo – continua – di un concorso non selettivo aperto a tutti i DM con un requisito MINIMO di servizio (2 anni negli ultimi) è la migliore e più tutelante per gli stessi DM.”
Anche Lucia Azzolina ha pubblicato 17 settembre una risposta in seguito a quanto accaduto a Torino, che ribadisce: “la riapertura delle GaE non faceva parte del contratto di Governo e nemmeno del programma scuole del M5S. Non era scritto da nessuna parte“.
Il sindacato CUB esprime solidarietà alle maestre: “Durante il “dibattito” che dai video resi pubblici sembra più uno show delle promesse elettorali non mantenute, le maestre hanno incalzato gli esponenti politici presenti sul palco della festa ricordando gli impegni presi in passato col mondo della scuola e in particolare la questione delle maestre diplomate magistrali. Ci pare che i cavalli di battaglia sulla scuola del Movimento 5 stelle
si siano slanciati improvvisamente al galoppo e, dal suo insediamento in
Parlamento, siano scomparsi all’orizzonte”.
Nel pomeriggio del 17 settembre è arrivato anche un comunicato dei deputati M5S alla Camera in cui oltre a difendere Azzolina e Chimienti chiedono un dialogo sereno e privo di violenza: “Siamo pronti a dialogare con tutti sul lavoro che in Parlamento stiamo facendo per la scuola e per gli insegnanti, in attuazione del Programma Scuola del Movimento 5 Stelle e del Contratto di Governo. Ma non c’è confronto possibile con chi nel corso di un dibattito pubblico o sui social ricorre a termini offensivi e a un lessico inqualificabile. Siamo già al lavoro per produrre una serie di video, con l’obiettivo di informare i cittadini, e in particolare gli insegnanti, per rispondere alle loro istanze e raccontare le tante iniziative messe in cantiere per migliorare la qualità del nostro sistema di istruzione. E come sempre abbiamo fatto, accetteremo ogni consiglio e critica costruttiva”.
Il concorso straordinario, previsto dal decreto dignità, non è a quanto pare la soluzione gradita alle maestre, in molti casi precarie da anni.
In attesa del bando che renderà noti tutti i passaggi e le informazioni di carattere operativo, ricordiamo che:
– potranno partecipare al concorso straordinario i diplomati magistrale entro l’a.s. 2001/02 e i laureati in Scienze della Formazione Primaria che abbiano svolto, nel corso degli ultimi otto anni, almeno due annualità di servizio specifico, anche non continuativo, su posto comune o di sostegno, presso le scuole statali.
– La partecipazione al concorso, relativamente ai posti di sostegno, è consentita a coloro i quali siano in possesso dei succitati requisiti più il titolo di specializzazione (anche conseguito all’estero e riconosciuto in Italia).
Come riferito anche in un precedente articolo, un anno di servizio è valido quando si raggiungono i 180 giorni.
Ciò vuol dire che per partecipare, secondo quanto riporta l’articolo 11, comma 14, del legge 3 maggio 1999 n. 124., bisogna aver prestato servizio, anche non continuativo, per almeno 180 giorni in un anno scolastico.
In alternativa, viene considerato valido il servizio dal 1/02 al termine degli scrutini o esami. Tali giorni di servizio obbligatori, ricordiamo, devono essere stati svolti negli ultimi 8 anni, alla data di scadenza del bando.
Ricordiamo che non è possibile sommare servizi che si riferiscono ad anni scolastici differenti, per cui i 180 giorni vanno calcolati solo per un anno scolastico.
Il concorso si dovrebbe articolare in una prova orale non selettiva (massimo 30 punti) e una valutazione titoli (massimo 70 punti).
Ma c’è anche la questione della mancata apertura delle GaE a fare infuriare il popolo dei diplomati magistrale (e non solo) contro il Movimento Cinque Stelle: infatti ad agosto era passato l’emendamento di riapertura delle GaE, approvato erroneamente dal Governo, ma poi cancellato in successivo passaggio alle Camere.
Questa mossa avrebbe consentito la stabilizzazione di moltissimi precari della scuola, compresi i diplomati magistrale. Eppure il Governo aveva immediatamente dichiarato errato l’ok in primo passaggio. Ma la speranza dei precari si era comunque alimentata.
Ora, di fatto, torna tutto come prima: con le graduatorie ad esaurimento che rimangono blindate. E i docenti abilitati che per essere assunti di ruolo dovranno passare attraverso il canale dei concorsi.
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