A Torino fiaccolata organizzata da Cub scuola e i Coordinamenti autorganizzati, a sostegno dei diplomati magistrale che rischiano il posto e l’estromissione dalle GaE dopo la sentenza della Plenaria del Consiglio di Stato.
La fiaccolata rientra nella serie di azioni di mobilitazioni che Cub Scuola e i coordinamenti territoriali hanno deciso di intraprendere per sostenere i maestri in bilico. Manifestazioni anche a Milano e Brescia.
Fiaccolata riuscita nel capoluogo piemontese che ha coinvolto almeno 500 precari, segno che in Piemonte il tema è molto sentito, considerando anche il numero di docenti coinvolti.
Infatti, come riportano i dati Miur forniti nei giorni scorsi, la concentrazione di diplomati magistrale al Nord è molto elevata: in Lombardia il 39,3% (2622 assunte), in Piemonte il 13,7% (911 assunte), in Veneto con il 13,2% (880 assunte), a cui si aggiungono in particolare la Liguria, anch’essa un’anomalia interessante, con 3,7% corrispondenti a 249, fa sapere Cub Scuola in un comunicato.
Nei giorni scorsi, come riportato in precedenza, Cosimo Scarinzi della Cub, alla luce del silenzio del Ministero che ha annunciato provvedimenti precisi solo dopo il parere dell’Avvocatura di stato, che non arriverà prima della metà di marzo, ha proposto all’Anief e agli altri sindacati altenativi di unire le forze in uno sciopero unitario: è assolutamente evidente che lo sciopero degli scrutini già indetto da Anief ed al quale la Cub Scuola per tenere unito il fronte ha aderito, non è sufficiente”.
La proposta di Cub Scuola ad Anief, che ha indetto lo sciopero in 2 giorni, è quello di scendere in piazza, ad esempio, il 7 e l’8 febbraio, “in modo da dare allo sciopero caratteri di massa e di dar vita, nelle forme che potremo concordare a mobilitazioni di piazza ampie e combattive”.
Come abbiamo visto, il 16 gennaio la sesta sezione del Consiglio di Stato pubblica ha emesso una sentenza di segno diverso dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, in linea invece con le precedenti, favorevoli quindi ai docenti ricorrenti, riconoscendo il diritto di questi docenti ad inserirsi nelle GaE.
Quindi, nonostante sia stata emessa, il 20 dicembre scorso, la sentenza negativa ai 43.534 ricorrenti iscritti nelle stesse graduatorie e i 6.669 entrati in ruolo ma con la sentenza ancora non passata in giudicato, ha fatto decisamente scalpore tale decisione.
In realtà, è bene precisare, la decisione risale allo scorso luglio 2017, solo che è stata emessa e resa dai giudici di Palazzo Spada soltanto il 16 gennaio.
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