Comincia prendere forma la vera motivazione che ha portato il Consiglio dei ministri a mettere in stand by per 120 giorni le sentenze sui giudici sull’estromissione dei maestri con diploma magistrale dalle GaE: rispondendo ad un question time alla Camera, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha auspicato che il Parlamento possa “dare compiuta definizione al quadro normativo, eventualmente disciplinando specifiche procedure di reclutamento nel rispetto della vigente legislazione di settore, senza trascurare coloro che sono in possesso dei titoli attualmente richiesti per l’accesso all’insegnamento nella scuola primaria”.
Le parole di Bussetti, quindi, fanno intravedere una novità importante: introdurre per i maestri con diploma magistrale un corso-concorso che li porti all’immissione in ruolo, realizzando un percorso probabilmente simile a quello previsto dal decreto legislativo 59 dell’aprile 2017 per la scuola secondaria ed in corso di svolgimento proprio in questi mesi.
L’idea potrebbe essere quella di sottoporre i docenti precari abilitati ad un colloquio, comunque non selettivo, durante il quale “misurare” le loro capacità di insegnamento, anche prevedendo una lezione simulata, e poi collocare tali aspiranti all’assunzione in ruolo (dopo un solo anno di Fit) in una graduatoria regionale utile a tale scopo.
Ecco, dunque, la soluzione che il Parlamento dovrebbe adottare nelle prossime settimane.
L’ipotesi prospettata, tuttavia, potrebbe scontentare tanti diretti interessati.
I maestri con diploma magistrale, prima di tutto, che chiedevano di rimanere nelle GaE, trovando un escamotage per superare l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato e le successive sentenze dei tribunali: le loro speranze sono state smorzate dallo stesso ministro, che sempre nel corso del question time ha detto che c’è la “necessità di dare corretta esecuzione ai provvedimenti giurisdizionali”.
A lamentarsi saranno anche gli altri abilitati: quelli di Scienze della formazione primaria, per i quali non si prevedono corsie preferenziali per accedere al ruolo rispetto a quelle in vigore.
Lo stesso malcontento vale per gli altri abilitati all’insegnamento, nella secondaria, collocati in seconda fascia d’istituto, i quali speravano di accordarsi ai diplomati magistrale, magari per entrare nelle GaE dalla “finestra” e ritrovarsi assunti a tempo indeterminato con le procedure tradizionali, sicuramente più veloci di quelle approvate con la Buona Scuola di Renzi.
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