“Senza un intervento dall’alto, un decreto ad hoc, assisteremo gradualmente al licenziamento dei 5.600 già assunti con riserva; si salveranno soltanto 2mila insegnanti con le sentenze passate in giudicato. E mentre le associazioni e i sindacati continuano a chiedere una soluzione politica-legislativa, altri migliaia di precari verranno estromessi dalle GaE”.
È lo scenario che attende i maestri con diploma magistrale, a seguito della decisione definitiva del Consiglio di Stato sulla negata permanenza nelle graduatorie ad esaurimento e, di conseguenza, sull’impossibilità di essere immessi nei ruoli dello Stato attraverso quel “canale”.
A sostenerlo è il nostro direttore, Alessandro Giuliani, che a colloquio con Radio Cusano ha riassunto i motivi della protesta e come si è arrivati all’attuale epilogo.
Malgrado le tante proteste, culminte con uno sciopero della fame davanti al Miur, portato avanti da un gruppo di maestre, e con due giorni di sciopero consecutivi previsti ad inizio maggio, ad oggi non sembrano infatti esserci degli spiragli per uscire dall’impasse.
È vero, ha detto ancora Giuliani, che “anche il ministero dell’Istruzione ha iniziato ad orientarsi su questa strada, ma l’assenza di Governo non aiuta” a trovare una vera soluzione al problema.
Anche prendersela con l’Avvocatura appare poco logico: “L’Avvocatura dello Stato non poteva fare altro che dare seguito alla sentenza del Consiglio di Stato emessa prima di Natale”, ha replicato il direttore. Per lo stesso motivo, in questo momento, senza interventi legislativi “non si può fare altro che applicare la sentenza negativa della plenaria”.
Durante la puntata si è parlato che di bullismo e docenti, che in alcuni contesti possono passare da educatori a “carnefici”. Secondo Giuliani, comunque, quando gli alunni diventano particolarmente ribelli, il corpo insegnante non può fare molto, soprattutto se l’età degli allievi è alta.
“La scuola di fronte agli atti di bullismo crescenti non ce la può fare: ci troviamo in una situazione mai registrata in passato, non sono i social a fare da cassa di risonanza”, ma il numero è effettivamente in crescita, ha detto Giuliani.
Tra gli argomenti toccati, non poteva mancare il commento di Michele Serra sull’eccesso di aggressività tra gli studenti e sul fatto che, per il giornalista di Repubblica, ‘la padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale’: “statisticamente il numero di ragazzi con problemi di vario genere – ha ricordato Giuliani – sono presenti proprio nei tecnici e professionali. Quindi quello espresso da Serra è un parere non classista, ma decisamente realista. E siccome gli alunni spesso hanno atteggiamenti sbagliati, che sfociano nel bullismo”, c’è poco da scandalizzarsi.
“Nei professionali – ha concluso – si iscrivono soprattutto giovani con problemi, anche di volontà e di apprendimento, o studenti che hanno già avuto esperienze negative o bocciature nei licei”. Il resto è una conseguenza.
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