Il decreto scuola potrebbe introdurre delle novità importanti per gli oltre 40 mila maestri con diploma magistrale esclusi delle GaE ed in parte anche licenziati o in procinto di esserlo, per via delle sentenze per loro negative emesse attraverso l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato: lo ha fatto intendere il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, nel corso dell’audizione alla Camera tenuta il 5 novembre dinanzi alle commissioni Cultura congiunte.
“La questione dei diplomati magistrali ha trovato soluzione con il concorso ordinario ormai espletato“, ha tenuto a dire il ministro, sottolineando però anche che il ministero dell’Istruzione è aperto anche ad altre soluzioni, le quali però non passeranno per lo stesso dicastero di Viale Trastevere: “auspico potranno arrivare dal Parlamento“, ha concluso sempre Fioramonti.
Il riferimento del titolare del Miur, quindi, è alle possibili modifiche emendative al decreto scuola, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che nelle prossime ore, mercoledì 6 novembre, approderà nella commissione di competenza della Camera per poi approdare in Aula a fine mese. Successivamente, come sempre, il testo passerà al vaglio dei senatori.
La posizione del ministro era stata già espressa ad ottobre alla Tecnica della Scuola: nel corso di una lunga video-intervista, Fioramonti ci aveva detto che il tema dei diplomati magistrale, sollevato dai lettori della nostra testata giornalistica, “non è stato trattato nel decreto legge ‘salva-precari’, perché non si è trovata la convergenza in sede di discussione. E non c’erano le coperture. Pure i laureati in Scienze della formazione primaria hanno le loro ragioni: bisogna agire con equilibrio. Le sentenze di licenziamento vanno rispettate, garantendo anche la continuità didattica. Proveremo a trovare una soluzione in sede di conversione del decreto”.
Una possibile soluzione, tutta però da verificare, potrebbe essere quella di prevedere un concorso riservato e con un alto numero di posti a bando: l’accesso, tuttavia, dovrebbe necessariamente essere aperto anche ai laureati in Scienze della formazione primaria.
Il problema rimane quello dell’altissimo numero di potenziali aspiranti alla procedura riservata: stiamo parlando di ben oltre 100 mila precari. Un numero troppo alto per tentare la strada del concorso riservato non selettivo.
Occorre però tenere presente che se è vero che la maggior parte dei maestri con diploma magistrale detengono una forte esperienza didattica e capacità organizzativa, figlia dei tanti anni di supplenze svolte, è altrettanto vero che i livelli di conoscenze teorico-accademiche è mediamente inferiore ai colleghi abilitati con i corsi di Scienze della formazione primaria.
Quindi, alzare i paletti selettivi per molti diplomati magistrale potrebbe essere professionalmente fatale. Senza contare che qualsiasi novità passerebbe per la lente dei legali degli esclusi o dei potenziali danneggiati. Anche per questi motivi, il tempo passa e tutto rimane fermo.
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