Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, fa il punto della situazione dopo l’approvazione in Senato del Decreto dignità, analizzando le tematiche relative alla scuola.
“Bene l’abrogazione del comma 131 della legge 107 che impediva di ricevere nuove supplenze dopo 36 mesi di contratti a termine, commenta Gissi, una norma che, per come è stata scritta, si sarebbe paradossalmente ritorta contro i lavoratori, mettendo a rischio le loro opportunità di impiego una volta raggiunto il limite di tre anni con contratto a tempo determinato. Da subito avevano denunciato l’iniquità di una disposizione che avrebbe finito per colpire non l’abuso di lavoro precario, ma chi ne è vittima. Giusto averla cancellata, come la CISL Scuola da sempre chiedeva”.
“Non altrettanto risolutive, prosegue il segretario nazionale Cisl Scuola, le disposizioni con cui si vorrebbe portare a soluzione il problema del contenzioso riguardante i docenti in possesso del diploma magistrale e del pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato. La procedura concorsuale riservata, infatti, dà risposta solo parzialmente alle tante attese che si sono nel frattempo create; siamo inoltre ben lontani da quanto lo stesso ministro Bussetti afferma nelle sue “Linee Programmatiche”, indicando come indispensabile una revisione del sistema di reclutamento dei docenti. Esigenza pienamente condivisibile, ma occorre che la riflessione su questi temi non sia condizionata più del dovuto dalla necessità di far fronte alla ennesima emergenza: serve un sistema di reclutamento efficace – che garantisca alla scuola la miglior qualità professionale – e trasparente, caratterizzato da regole chiare e condivise per evitare che il reclutamento sia affidato al contenzioso e ai tribunali. Il tutto in una prospettiva di necessaria stabilità del lavoro, riducendo al minimo indispensabile il ricorso al lavoro precario e assicurando comunque il dovuto riconoscimento alle esperienze di lavoro maturate.
Il sistema del doppio canale messo in atto negli anni ’80 può in questo senso rappresentare un utile modello di riferimento: sono stati i limiti in fase di attuazione ad aver prodotto nel tempo tante criticità, oltre al miraggio di un’impossibile eliminazione totale del precariato che è stato alla base di interventi legislativi inefficaci, cui hanno fatto quasi sempre seguito nuove misure per tamponare inevitabili nuove emergenze. Nella scuola sarà sempre necessario ricorrere alle supplenze per garantire il servizio: quello che serve è un modello di reclutamento che persegua l’obiettivo della stabilizzazione attraverso procedure che riconoscano il servizio svolto e la professionalità acquisita, oltre a garantire opportunità di accesso ai nuovi abilitati. Si apra subito il confronto su questi temi e si definisca un impianto normativo chiaro, omogeneo, credibile. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo di idee e di esperienza”.
Infine, Gissi lancia l’allarme sulle prossime assunzioni: “Da più territori si segnala che molti posti su cui sono state autorizzate le assunzioni non potranno essere coperti per mancanza di aspiranti, spesso perché i percorsi FIT da cui si dovrebbe attingere non sono ancora stati conclusi. Si trovi allora una soluzione che faccia salva, almeno giuridicamente, la copertura dei posti dal 1° settembre per chi nel frattempo concluderà la fase concorsuale in atto. Diversamente, le cifre tanto sbandierate in questi giorni sarebbero da ridimensionare, e non di poco”.