“Lo sciopero dell’8 dicembre ha colto ne segno, sono due-tre giorni che non si parla d’altro, ha raggiunto un’evidenza a livello pubblico, raggiungendo subito un primo risultato importante: la convocazione dei sindacati rappresentativi per il 16 gennaio, giunta dal Miur a fine giornata, rappresenta un segnale importante, perché implicitamente fa intendere che il parere dell’Avvocatura sulla sentenza negativa del Consiglio di Stato, emessa il 20 dicembre scorso, è giunto o arriverà nei prossimi giorni. Avviando, in tal modo, il confronto con i sindacati in vista di una soluzione condivisa”.
Il nodo degli interessi contrapposti
È questo il parere espresso da Alessandro Giuliani, direttore responsabile della Tecnica della Scuola, nel corso della trasmissione ‘Open day’, andata in onda l’8 gennaio, nel giorno dello sciopero nazionale proclamata dal Sease, per altre motivazioni, a cui hanno poi aderito Cobas, Unicobas, Cub, Anief, Mida e altre sigle sindacali ed associazioni di categoria, promotori anche di un partecipato sit-in a Roma davanti al Miur e in altre sei città.
“La comunicazione del ministero dell’Istruzione a poche ore dalla forte protesta – ha detto Giuliani – fa supporre che da parte dell’amministrazione ci sia la volontà di trovare una soluzione che accontenti tutti ed in breve tempo. Certamente, non è un compito facile. Ricordiamo, infatti, che vi sono interessi contrapposti: gli altri abilitati presenti nelle GaE, ad esempio a seguito di concorso a cattedra superato, ma soprattutto i laureati di Scienze della formazione primaria”.
Le proposte diversificate
“Gli stessi sindacati promotori dello sciopero e di sit-in, oggi hanno fatto proposte diverse: i Cobas hanno chiesto un concorso ad hoc, in questa fase transitoria e sino a che non entrerà a regime il nuovo reclutamento; l’Anief un decreto legge che apra le GaE a tutti gli abilitati, non solo quindi ai diplomati magistrale, anche se la via è complicate perché le Camere sono sciolte; il Mida si è espresso a favore di un corso di aggiornamento che validi una volta per tutte il diploma abilitante. Ognuno sta proponendo la sua strada, adesso sta al Miur capire cosa fare: l’importante è che non scontenti nessuno, perché l’unica cosa di cui i precari e la scuola non hanno bisogno è incentivare il ricorsificio”.
Occhio quindi ai controricorsi, che scatterebbero qualora la decisione presa dal Miur, sulla base delle indicazioni dell’Avvocatura di Stato, andasse a ledere interessi di altre categorie di docenti precari della scuola dell’infanzia e primaria.
Numeri grandi
“Sempre oggi, verso le ore 12.00, una delegazione dei sindacati è salita al Miur. È vero che non si tratta di sigle rappresentative, ma è prassi in questi casi ascoltare i perchè di una protesta di massa. Solo che ci troviamo davanti ad situazione davvero intricata, con lo stesso Consiglio di Stato che si era espresso favorevolmente in altre occasioni. Quindi si è contraddetto, fino a giungere al diniego finale che ha scatenato lo sciopero e i moti di piazza. Al Miur lo sanno bene”.
“Ricordiamo che i numeri sono grandi: ci sono 6mila docenti già assunti in ruolo con riserva e, nell’Italia dei diritti acquisiti, perderebbero il ruolo; 2mila al sicuro, ma altri quasi 40mila inseriti in GaE con riserva, che rimanendo lì potrebbero essere assunti con il passare del tempo ed invece applicando la sentenza del Consiglio di Stato scenderebbero in seconda fascia d’Istituto senza prospettive. Disperderli non pensiamo che sia possibile”, ha concluso Giuliani.