Politica scolastica

Diplomati magistrale, Giuliani: sentenza politica, Miur medita un corso-concorso ad hoc

Per i diplomati magistrali, estromessi dalle GaE, il Miur potrebbe introdurre un corso-concorso ad hoc, una sorta di via preferenziale che superi la sentenza negativa del Consiglio di Stato e permettere a così tanti precari di essere comunque assorbiti gradualmente nei ruoli dello Stato, evitando loro l’obbligo di partecipare al concorso pubblico ed entrare in una scomoda competizione con giovani aspiranti all’immissione in ruolo che hanno anche 20-25 anni in meno.

C’è fiducia per l’incontro del 4 gennaio

A dirlo è stato il nostro direttore responsabile, Alessandro Giuliani, intervistato il 2 gennaio da Radio Cusano Campus nel corso della trasmissione ‘Open day”.

Giuliani ha ricordato che, anticipando le sentenze di merito dal destino segnato, dopodomani, 4 gennaio, è previsto un incontro al Miur con i sindacati, annunciato dalla ministra Fedeli: l’iniziativa è arrivata “probabilmente per evitare di applicare in modo diretto la decisione finale dei giudici, che sono peraltro anche entrati in contraddizione con loro stessi visto che il Consiglio di Stato, prima della plenaria, aveva in più occasioni dato ragione ai ricorrenti”.

Sentenza più politica che giuridica

“Il problema è che dinanzi a decine di migliaia di docenti da assumere – ha continuato il direttore – i giudici non se la sono sentita di dare loro il via libera, assecondando quindi le richieste dell’Avvocatura di Stato e vanificando le istanze di chi, spesso a più di 50 anni di età, aspirava al contratto a tempo indeterminato. Come accade sempre più di frequente in questi casi, con un alto numero di persone coinvolte, la decisione assunta dal Consiglio di Stato è diventata più politica che giuridica”.

Secondo Giuliani, tuttavia, “la scuola non può fare a meno di questi insegnanti: si tratta di 40-45mila precari che lavorano in larga parte stabilmente nella scuola. Comunque, quelli in servizio è pressoché certo che rimarranno al loro posto, negli istituti dove operano, fino alla fine dell’anno scolastico. Perché in molti casi si rischierebbe di attuare solo un rimescolamento, visto che nelle GaE non ci sono più candidati e la loro collocazione nelle graduatorie d’istituto gli negherebbe la stabilizzazione ma non di certo la possibilità di lavorare come supplenti annuali”.

Lo sciopero dell’8 gennaio non sarà marginale

Il nostro direttore, che ha ricordato la figura del presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione Ferdinando Imposimato, negli ultimi anni vicino ai problemi della scuola e forte oppositore della Legge 107/15, tanto da invitare i docenti disobbedire, ha infine commentato la decisione di alcuni sindacati di aderire allo sciopero del prossimo 8 gennaio, proclamato dal Saese per altre motivazioni: in particolare, Anief, Cub, Cobas e Unicobas, pur con qualche problema con la Commissione di Garanzia, legato al poco tempo a disposizione, hanno unito le forze per esprimere nella stessa giornata il proprio dissenso contro le decisione presa dall’Adunanza plenaria e resa pubblica lo scorso 20 dicembre: “ci risulta che l’adesione all’iniziativa non sarà proprio marginale e, visto l’alto numero di docenti della scuola dell’infanzia e primaria coinvolti, al ritorno dalle vacanze in diverse scuole potrebbero esserci dei problemi per il regolare svolgimento delle lezioni. Il Miur sa bene che c’è questo pericolo e l’incontro del 4 gennaio potrebbe rappresentare un modo per trovare una soluzione preventiva. Il corso-concorso aggiuntivo ai tre previsti della Buona Scuola, da svolgere nel 2018 – ha concluso Giuliani – potrebbe mettere le cose a posto”.

Redazione

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