La vicenda dei diplomati magistrale sta tenendo banco ormai da diversi mesi ma ancora regna solo incertezza. Dopo i 120 giorni di proroga ottenuti dal Governo, arrivano dalla provincia di Como la pronuncia del tribunale del Lavoro che sancisce l’inserimento a pieno titolo di 94 docenti con diploma magistrale.
Infatti, come si legge sul decreto dell’Ufficio Scolastico lombardo, “viene sciolta favorevolmente la riserva nei confronti del personale compreso nel presente provvedimento che nel triennio 2014/2017 è stato immesso in ruolo dalle Graduatorie ad esaurimento ‘con contratto di lavoro condizionato’ in attesa della sentenza definitiva“.
La vicenda di Como non fa altro che peggiorare il clima incerto: è sempre più urgente una chiara presa di posizione del Parlamento.
Sorprende comunque la differenza di vedute del giudice del lavoro con l’orientamento del tribunale amministrativo.
Davanti allo stesso tema, sorge infatti, al momento, una incongruenza paradossale: i 94 ricorrenti di Como hanno lo stesso titolo dei colleghi con causa amministrativa, solo che i primi vengono giudicati idonei a rimanere nelle graduatorie ad esaurimento, e gli altri saranno, con ogni probabilità, salvo intervento risolutivo del Parlamento, estromessi.
Sul fronte generale, sappiamo che Bussetti, nelle ultime settimane, ha fatto intendere quale possa essere la soluzione al problema: introdurre per i maestri con diploma magistrale un corso-concorso che li porti all’immissione in ruolo, realizzando un percorso probabilmente simile quello previsto dal decreto legislativo 59 dell’aprile 2017 per la scuola secondaria ed in corso di svolgimento proprio in questi mesi.
L’idea, pertanto, potrebbe essere quella di sottoporre i docenti che rischierebbero l’estromissione, ad un colloquio, comunque non selettivo, durante il quale “misurare” le loro capacità di insegnamento, anche prevedendo una lezione simulata, e poi collocare tali aspiranti all’assunzione in ruolo (dopo un solo anno di Fit) in una graduatoria regionale utile a tale scopo.
Contestualmente, come confermato dallo stesso Ministro nel corso della presentazione delle Linee guida, non si intende rovesciare il contenuto delle sentenze: “le sentenze pronunciate in nome del Popolo italiano devono essere rispettate senza eccezioni”. Ma allo stesso tempo, “è però, altrettanto vero – ha aggiunto Bussetti – che l’eccessiva precarizzazione e la continua frustrazione delle aspettative dei nostri insegnanti, rappresentano temi delicati che meritano di essere affrontati per un reale rilancio della nostra scuola”.
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