Nella giornata di oggi, 8 maggio, è previsto un incontro Miur – sindacati che prevede (forse) l’ultimo atto in merito alla soluzione politica della vicenda diplomati magistrale, docenti inseriti nelle GaE e in molti casi assunti con riserva che alla fine dell’anno perderanno il posto, come ha sentenziato l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato. Ma, anche se dovesse uscire da Viale Trastevere qualcosa di concreto, l’azione legislativa spetta al nuovo Governo, che sappiamo come si stia formando con enorme fatica e con carattere di provvisorietà.
Nella giornata di oggi, infatti, il presidente della Repubblica dovrebbe dare l’incarico ad un presidente del nuovo Governo neutrale, ovvero un premier esterno individuato da Sergio Mattarella per formare un Governo composto da pochi ministri, chiamato ad ottenere la fiducia in parlamento e a lavorare con le varie forze parlamentari sulle urgenze del paese fino alle nuove elezioni.
La vicenda dei diplomati magistrale dovrebbe occupare i primi posti dei provvedimenti urgenti del prossimo Governo, ma il carattere “speciale” che avrà il Governo del Presidente mette sicuramente qualche dubbio.
Sia il Ministro Fedeli che i sindacati avevano prospettato la necessità di un intervento ai gruppi parlamentari, come riporta Italia Oggi, ottenendo un consenso ampio e trasversale, che va dalla Lega, che lavora a rinsaldare il rapporto con l’elettorato della scuola del Nord, al Pd, che prova a ricostruire il suo rapporto spezzato con la scuola.
“Serve una soluzione di straordinaria amministrazione che preveda l’emanazione di un provvedimento legislativo e che tenga nella dovuta considerazione ogni legittimo interesse, per essere pienamente rispondente a principi di equità e giustizia sociale”, scrivono Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Uil scuola e Gilda nel sollecitare i partiti a prendere in mano in dossier.
Il concorso riservato sarebbe certamente una soluzione tutto sommato positiva, perché quanto meno darebbe una speranza agli oltre 6mila maestri assunti in ruolo e che adesso dovranno tornare nelle graduatorie di istituto di seconda fascia.
Ma c’è un però sollevato dalle associazioni di diplomati magistrale: i vincitori di questo presunto concorso dovrebbero approdare in una graduatoria di merito regionale, se si vuole seguire l’iter della secondaria. Una graduatoria che dovrà esaurirsi dando però la precedenza alle attuali GaE non esaurite e le Graduatorie di merito del concorso 2016.
Tuttavia, la situazione delle GaE e i pochi posti per la scuola dell’infanzia e la primaria in Italia non consentiranno le immissioni in ruolo neanche per i vincitori di concorso 2016. Di conseguenza, le associazioni ritengono che introdurre un’altra graduatoria in subordine a quelle già esistenti, che potrebbero esaurirsi fra molti anni, non solo non avrebbe alcun senso, ma andrebbe ad inserire in una sorta di imbuto i diplomati magistrale oggi espulsi dalle GaE e dai ruoli.
Nei giorni scorsi, sulla vicenda, era intervenuta anche Simona Malpezzi del Pd, che respinge la possibilità di aprire le GaE per tutti: “non abbiamo timore di dire ora che riaprire le GAE indiscriminatamente sarebbe un atto irresponsabile e irrispettoso per i migliaia di docenti (gli altri) che hanno fatto un concorso pubblico e aspettano da anni di essere assunti e per altre migliaia di insegnanti che hanno studiato cinque anni con fatica e sudore per ottenere un titolo che li abilitasse a fare esattamente questo lavoro”.
Malpezzi sottolinea come sia necessario “partire dai bambini e non dai docenti; serve un esercito di maestre e maestri: proponiamo un piano di assunzioni triennale per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria”. Le assunzioni dovranno essere fatte al 50% dalle GAE e al 50% dalle GM
Ed ecco uno dei punti qualificanti del disegno di legge: “Ai fini di stabilizzare il personale ed assicurare la continuità didattica, anche in relazione a quanto espresso dalla sentenza del Consiglio di Stato vengono istituite Graduatorie di Merito Regionali (GMR) sia per la scuola dell’infanzia che per la scuola primaria. Alle GMR accedono, dopo il superamento di una prova orale selettiva, i laureati in scienze della formazione primaria e i diplomati magistrali con titolo conseguito entro il 2001/2002 che abbiano svolto almeno tre anni di servizio negli ultimi otto anni scolastici”.
“Gli aspiranti che abbiano superato la prova orale – continua Malpezzi – vengono collocati in graduatoria a seguito di valutazione dei titoli posseduti e del punteggio ottenuto nello svolgimento della prova orale, tenendo conto dei seguiti criteri: 1) alla prova orale è riservato il 40% del punteggio complessivo attribuibile 2) nella valutazione dei titoli culturali posseduti è opportunamente valorizzato il possesso della laurea in scienze della formazione primaria”
“Le GMR – conclude Simona Malpezzi – verranno utilizzate per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, una volta esaurite le GAE, destinando a queste procedure di assunzione il 50% dei posti annualmente disponibili e fermo restante che l’altro 50% è destinato allo scorrimento delle Graduatorie di Merito del concorso. I docenti assunti sono sottoposti ad un periodo di formazione e prova. L’anno di prova eventualmente superato, alla data di entrata in vigore della legge, è considerato valido ai fini dell’immissioni in ruolo a seguito di scorrimento delle GMR”.
In base alla sentenza del Consiglio di Stato e al parere dell’Avvocatura di Stato, è certo al momento che i 2000 docenti della sentenza perderanno il loro diritto e il restante numero che attende le singole sentenze di merito seguiranno sicuramente a ruota, dato che appare più che improbabile uno scioglimento della riserva diversa dal giudizio del Consiglio di Stato.
Fino a quando i procedimenti rimarranno in sospeso, i docenti interessati continueranno regolarmente a lavorare o ad essere inclusi nelle graduatorie a esaurimento.
In totale, la platea complessiva interessata da questa vicenda supera le 43 mila persone inserite nelle graduatorie ad esaurimento che tuttavia lo sono state a vario titolo: alcune sono attualmente in servizio, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato. Molti altri invece non hanno lavorato nemmeno un giorno.
Chiaramente il problema principale riguarda soprattutto chi è stato assunto: oltre 6000 insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria si troverebbero da un giorno all’altro senza lavoro e retrocessi nelle graduatorie di istituto in seconda fascia. E senza il riconoscimento dell’anno di prova, come ha espressamente detto l’Avvocatura di Stato.
Come ricorda Italia Oggi, le immissioni in ruolo in bilico sono 6.669: 1.030 nella scuola dell’infanzia e 5.639 nella scuola primaria: circa i 2/3 delle assunzioni sono state effettuate prima del 2017/2018, in prevalenza nel 2016/2017 e un terzo riguarda docenti immessi in ruolo nell’anno in corso.
Il numero maggiore docenti assunti è al Nord: sono stati immessi in ruolo 499 docenti di scuola dell’infanzia e 4970 docenti di scuola primaria, per un totale di 5469 immissioni in ruolo da annullare: l’82% del totale. Al centro le immissioni in ruolo nell’infanzia sono state 362 e nella primaria 492 per un totale di 854 assunti a tempo indeterminato, sempre con clausola risolutiva: il 12, 8% del totale. Mentre al Sud, le graduatorie recano ancora in gran parte precari storici con molti punti. Nel meridione, infatti, le immissioni nell’infanzia sono state 169 e nella primaria 177, in tutto 346: il 5,2% del totale.
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