Sui maestri con diploma magistrali i sindacati chiedevano una soluzione urgente. Invece, il Governo fa l’esatto contrario e si prende ben quattro mesi di tempo ulteriore prima di assumere una decisione.
A dichiarare lo slittamento dei tempi – che ha sorpreso non pochi, anche tra gli addetti ai lavori – è stato, nella serata del 2 luglio, il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, al termine del Consiglio dei ministri e dell’approvazione del cosiddetto “decreto Dignità“, primo provvedimento economico del governo Conte con che ha introdotto una stretta sui contratti a termine a alle imprese che lasciano l’Italia.
“Abbiamo stabilito una proroga di 120 giorni per risolvere la questione del licenziamento di tanti docenti magistrali vittime di una sentenza del Consiglio di Stato: ora avremo tempo per trovare una soluzione”.
Le motivazioni della proroga sono immaginabili: qualsiasi soluzione da adottare, infatti, rischierebbe di scatenare una ridda di ricorsi e controricorsi che rischierebbero di creare ancora più caos organizzativo di quello attuale.
Di sicuro, a questo punto, possiamo dare per certa l’esclusione di decine di migliaia di maestri con diploma magistrale dalle graduatorie ad esaurimento, dove erano collocati con riserva.
Mentre, sembrerebbe scongiurata la cancellazione dell’immissione in ruolo di circa 5.600 maestri, sempre con riserva, che avevano addirittura già superato l’anno di prova: la loro situazione, quindi, rimarrebbe in stand by.
Nelle prossime ore, ne sapremo qualcosa di più, non appena il provvedimento appena approvato in Consiglio dei ministri sarà consultabile.
Inoltre, a settembre assisteremo di sicuro ad un rimescolamento delle assegnazioni delle cattedre, poichè i docenti esclusi della GaE troveranno, semmai, spazio per le supplenze attraverso la seconda fascia, riservata agli abilitati, delle graduatorie d’istituto.
A tal proposito, va ricordato che innumerevoli sentenze dei tribunali sui ricorsi presentati dai maestri con diploma magistrale, sono stati calendarizzate a partire dal mese in corso: l’esito, sulla scia dell’adunanza plenaria del 20 dicembre 2017, salvo improbabili sorprese, appare scontato.
Considerando anche che le scuole prescelte sono poche e che le graduatorie d’istituto non è detto che siano nella stessa provincia delle GaE, le possibilità che un docente possa essere riconfermato sulla cattedra coperta nell’anno scolastico 2017/2018 sono ridotte al lumicino. Non solo: per più di qualcuno, potrebbe anche non scattare la supplenza annuale in altri istituti.
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