Egregio Signor Ministro Bussetti, la Sua recente affermazione “Abbiamo risolto il problema dei diplomati magistrali che da dicembre 2017 non era mai stato più ripreso in mano”, proprio riferita al concorso straordinario indetto con D.D.G. n. 1546 del 7 novembre 2018, sembra piuttosto azzardata e, quindi, non condivisibile.
In realtà, Signor Ministro, il suddetto concorso straordinario non ha risolto affatto il contrasto giurisprudenziale sul valore del diploma di abilitazione magistrale conseguito entro l’a.s. 2001-2002, peraltro promesso dalla coalizione di Governo in vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, sia per ciò che attiene alla sua idoneità a consentire l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, sia per quanto concerne la disparità di trattamento; una disparità nata a seguito del riconoscimento del valore abilitante del titolo in argomento per alcune migliaia di insegnanti (e, per conseguenza del detto riconoscimento, del diritto di quest’ultimi ad essere inseriti a pieno titolo nelle richiamate graduatorie) e del mancato riconoscimento della stessa valenza legale al medesimo titolo conseguito da altri aspiranti docenti.
Alla luce del DM 374/2019, l’adozione e l’esecuzione di quanto disposto dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato nei provvedimenti n. 11 del 20 dicembre 2017 e n. 5 del 27 febbraio 2019, a mio avviso, si pone in contrasto con uno dei principi più significativi del nostro “Stato di diritto”: il principio di uguaglianza sancito a chiare lettere nell’art. 3 della Costituzione repubblicana.
L’uguaglianza, Signor Ministro, è un obiettivo tendenziale che deve essere difeso e tutelato, soprattutto quando lo stesso è sottoposto ad un attacco incrociato (come lo è oggi con la nota vicenda “diploma magistrale”) sia nell’aspetto “formale” che “sostanziale”.
Il MIUR, quindi, bene farebbe ad indicare una differenziazione normativa o una assimilazione costituzionalmente possibile, volta a giustificare una diversità di trattamento di situazioni analoghe. D’altronde, come Lei ben sa, Signor Ministro, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e tutti devono essere, in egual misura, ad essa sottoposti e dalla stessa tutelati.
Pertanto, è compito dello Stato e delle sue Istituzioni agire concretamente per tutelare i valori Costituzionali e, quindi, i diritti di tutti i cittadini, che sembrano non essere assicurati né con il concorso straordinario indetto con il D.D.G. 1546/2018, né con l’adozione e l’esecuzione delle statuizioni contenute nei citati provvedimenti dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato e richiamati nell’art. 1, comma 8, del DM 374/2019.
Nella certezza che Lei vorrà adottare i conseguenti provvedimenti legislativi riparatori della disuguaglianza di fatto venutasi a creare, La saluto cordialmente e le auguro buon lavoro.
Mauro D’Errico
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