Il Governo M5S-Lega? È bocciato, perché si è mosso in linea con quello precedente. La pensano così alcune delle maestre con diploma magistrale, che da mesi si alternano nei pressi del Miur, in segno di pretesta contro la sentenza del 20 dicembre scorso del Consiglio di Stato che le tira fuori della GaE e la mancata risposta dell’amministrazione scolastica e del Governo.
“La dignità calpestata dei lavoratori”
“Gli esponenti di questo governo – dice all’Ansa Silvia Mureddu del Coordinamento diplomati magistrali abilitati, commentando l’emendamento approvato in commissione Cultura alla Camera – hanno fatto tanti incontri con noi in campagna elettorale, ma al momento di fare il governo del cambiamento sono scesi al livello del Pd e adesso ci vuole licenziare”.
“Il governo ha fatto il decreto dignità, ma la dignità dei lavoratori la sta calpestando. Difende interessi dei rettori e dei baronati universitari. Le stesse persone che presentavano emendamenti per salvarci quando era al governo Renzi, ora non ci aiutano”.
Tagliati fuori in tanti
Secondo la maestra, la decisione che sta prendendo in Parlamento taglia “fuori chi non ha 24 mesi di servizio e perde il ruolo chi ha assunto il ruolo in tutti questi anni. Sono settemila le colleghe che perderanno il ruolo con questo provvedimento, più tutte noi che saremo declassate da una fascia che ci garantisce il 50 per cento delle assunzioni a una fascia che ci metterà in coda a tutto il resto, che siamo 46 mila”.
Le richieste
Ma cosa vorrebbero, in concreto, le maestre non laureate in protesta permanente? “Chiediamo la riapertura delle graduatorie ad esaurimento e la salvaguardia dei ruoli – risponde Silvia Mureddu -L’aria che tira? Il licenziamento. Questo governo non si assume una responsabilità così grande e non supera una sentenza del Consiglio di Stato che è una sentenza politica. Far passare i nostri ricorsi avrebbe significato l’annullamento della Buona Scuola di Renzi. Continueremo a stare in presidio per mantenere alta l’attenzione”.