Arriverà forse fra 15-30 giorni il verdetto dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, dopo l’udienza del 20 febbraio in merito all’inserimento dei diplomati magistrale nelle graduatorie ad esaurimento.
I giudici, infatti, hanno trattenuto la causa in decisione, per cui l’esito potrebbe aversi prima dei canonici 60 giorni.
Infatti, i giudici hanno ritenuto indispensabile mettere un punto fermo e di prendere una decisione finale. Probabilmente, serviranno quindi tra i 15 e i 30 giorni di tempo per sapere l’esito della sentenza.
A tenere vivo il tema, ormai diventato annoso, c’è anche la Cassazione, che dovrà esprimere il proprio pare sull’argomento diplomati magistrale in Gae entro il 20 marzo. Non è pertanto escluso che le pronunce possano arrivare quasi in contemporanea.
Ma non solo: il prossimo 7 maggio la Corte costituzionale si pronuncerà sul concorso riservato agli abilitati della scuola secondaria svolto nel 2018, sui cui pendono dubbi di incostituzionalità. Se la pronuncia dovesse confermare tali dubbi, sarà automatico pensare di estendere illegittimità anche per il concorso straordinario infanzia e primaria, procedura riservata proposta dal Governo proprio per risolvere la questione diplomati magistrale.
La VI sezione del Consiglio di Stato ha ritenuto opportuno rivedere la questione, seguito dal presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi, che ha valutato necessario rimettere all’Adunanza plenaria un altro ricorso in merito alla questione relativo ad un appello avverso una sentenza del Tar Latina.
I motivi che hanno spinto i giudici a tale azione, come abbiamo scritto in precedenza, si rintracciano nei seguenti quesiti:
– qual debba essere la definizione normativa dei DM che dispongono gli aggiornamenti;
– se la definizione dei DM quali atti generali per l’esecuzione della legge, comporti in caso di loro annullamento, la nullità dei successivi DM che dovessero riproporre le medesime clausole annullate;
– se di conseguenza viene meno ogni ipotesi di decadenza connessa a vicende pregresse;
– se il limite temporale del regime transitorio di validità abilitante del diploma determini eventuali decadenze e si riverberi sull’attualità dell’interesse azionato;
– se si possa escludere ogni ipotesi di conflitto tra la controversia relativa all’inserimento in Gae ed il concorso straordinario di cui al DL 87/2018.
E’ bene tuttavia specificare che tale sentenza avrà effetto su migliaia di diplomati magistrale, ma non riguarda l’intera platea. Infatti, ad attendere il verdetto del Consiglio di Stato sarebbero i docenti che hanno i procedimenti ancora pendenti, ovvero non sarebbero inclusi i docenti con sentenze passato in giudicato.
Inoltre, non sarebbero interessati neanche i soggetti le cui sentenze del Tar abbiano superato i sei mesi di tempo per l’impugnazione.
Proviamo ad immaginare quali potrebbero essere gli scenari possibili in base alla decisione dell’Adunanza Plenaria.
Nel caso in cui l’esito dell’Adunanza Plenaria dovesse essere positivo, per i docenti con diploma magistrale potrebbero “splancarsi” le porte della stabilizzazione: infatti, da un lato ci sarà la possibilità di inserirsi a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento, dall’altro ci saranno le graduatorie di merito per chi ha partecipato al concorso straordinario.
Tutto ciò andrebbe appunto in favore dei docenti con diploma magistrale, dato che le assunzioni, ricordiamo, vengono effettuate per il 50% dalle Graduatorie ad esaurimento, e per il 50% per le graduatorie di merito. Queste ultime però vedono in alcune regioni le graduatorie del concorso 2016 ancora piene, che pertanto avrebbero al momento la precedenza sulle nuove GMRE del concorso straordinario.
Risulta evidente che con l’inserimento in GaE la graduatoria del concorso straordinario passerebbe in secondo piano.
Discorso diverso se l’esito dovesse essere negativo: gli interessati, a quel punto, dovranno concentrarsi solo sul concorso straordinario (e poi quello ordinario), come unica via d’accesso al ruolo, in attesa del verdetto della Cassazione, previsto invece a marzo.
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