Gent.ma Ministra Azzolina,
nella consapevolezza di ribadire alla S.V. cose note, desidero esprimere anzitutto il mio apprezzamento e incoraggiamento nel portare avanti il programma che vede ai primi punti, fatto molto importante, la stabilizzazione dei docenti precari con servizio e l’avvio dei concorsi per le nuove assunzioni, ma presenta qualche carenza che, a mio avviso, richiede integrazioni.
Si rimane molto amareggiati per il mancato riconoscimento del diritto alla stabilizzazione dei docenti in possesso del diploma di abilitazione magistrale con titolo conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002, peraltro promesso da autorevoli esponenti del M5S in vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Si tratta, On. Ministra, di docenti che lavorano da anni con contratti precari, che non saranno assunti ma, addirittura, licenziati a seguito dell’applicazione delle sentenze delle Adunanze Plenarie del Consiglio di Stato.
Duole il silenzio della politica in merito al disposto delle suddette Adunanze Plenarie, lesivo del principio costituzionale dell’uguaglianza, giacché ha cambiato la giurisprudenza dello stesso organo amministrativo che aveva permesso a tremila maestre/i di essere inseriti a pieno titolo nelle graduatorie a esaurimento.
Solo per rinverdire la memoria storica, On. Ministra, è bene ricordare che i diplomati magistrali hanno atteso 12 anni per veder riconosciuto il valore abilitante all’insegnamento del loro titolo, dopo un ricorso. Anni nei quali niente e nessuno, in ambito politico e sindacale, ha voluto o saputo difendere un loro diritto: quello di esercitare a pieno titolo, e con tutti i benefici di legge, la professione consentita dal titolo di studio, ma di esercitarla solo in regime di precariato e di sfruttamento, senza alcuna possibilità di ambire alla stabilizzazione, almeno in ambito statale.
È questa la realtà ad oggi: nessuna possibilità di stabilizzazione e la causa sta nell’assenza di volontà da parte di qualsivoglia forza politica che si è susseguita al Governo o all’opposizione. Una volontà che anche quando sembrava ad un passo dal concretizzarsi verso una presa di coscienza del problema, stranamente svaniva.
Nella certezza che la S. V., esperta di diritto scolastico, vorrà riflettere su una problematica che è giuridica, sociale, culturale e morale al tempo stesso, riceva deferenti ossequi.
Mauro D’Errico
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