Sulla questione dei diplomati magistrale le polemiche sono ormai all’ordine del giorno.
A Simona Malpezzi (PD) che propone un percorso concorsuale per risolvere definitivamente il problema, risponde a stretto giro il senatore leghista Mario Pittoni, presidente della Commissione Cultura: “Sull’emergenza dei docenti precari Simona Malpezzi mostra di non avere il senso del ridicolo. Nei sei mesi in cui il Governo Gentiloni e il Pd potevano produrre atti utili per venire incontro agli insegnanti, non hanno fatto nulla”.
A poco era valso che Malpezzi già in precedenza avesse fatto osservare che non di inerzia si era trattato ma di necessità di disporre di una adeguata valutazione del caso da parte della Avvocatura di Stato.
Pittoni replica: “Ora che in seguito alla loro inerzia siamo fuori tempo massimo rispetto all’avvio dell’anno scolastico 2018/2019, il ministero dell’Istruzione viene attaccato sul differimento dell’applicazione delle sentenze – unica azione praticabile per non mettere a rischio l’inizio delle lezioni – affermando che così si lascerebbe ‘nell’incertezza migliaia di lavoratori’ ”.
Peraltro Pittoni ci tiene anche a sottolineare che la disposizione inserita nel “decreto dignità” rappresenta solo un primo passo per affrontare nel miglior modo possibile un tema complicatissimo. Il senatore leghista è anzi convinto che gli interessati possano essere ragionevolmente tranquilli e sicuri dell’impegno con cui il Ministero sta affrontando la situazione.
Nonostante tutto, però, il mondo della scuola è in fibrillazione: basti pensare che nell’arco di 24 ore si sono svolte a Roma due manifestazioni di segno opposto, una per chiedere l’applicazione della sentenza del Consiglio di Stato e l’altra per chiedere una sanatoria generalizzata.
Intanto il decreto approvato dal Governo non è ancora stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, ma questo è abbastanza normale perché spesso accade che prima di essere inseriti in Gazzetta i decreti legge necessitano di controlli accurati per verificarne sia la legittimità sia la compatibilità finanziaria.
Nel caso della disposizione sui DM non dovrebbero esserci problemi di copertura, ma il decreto contiene una norma fiscale (la cancellazione dello split payement, che ora non consente ai privati che fatturano alla pubblica amministrazione di pagare l’Iva successivamente alla emissione della fattura stessa) che è stata messa sotto osservazione dalla Ragioneria Generale che teme che in questo modo potrebbero diminuire entrate per lo Stato.