“Il Governo regionale si attivi nelle sedi competenti e in particolare in conferenza Stato-Regioni per chiedere soluzioni e tutela dei diritti dei docenti in possesso del diploma magistrale conseguito nell’ anno scolastico 2001-2002 che per legge è un titolo abilitante all’insegnamento nelle scuole dell’infanzia e primaria”.
Lo dice la deputata del M5S Jose Marano, che ha presentato una mozione per sollecitare l’esecutivo guidato da Nello Musumeci, a farsi portavoce delle istanze dei docenti siciliani che rischiano di restare fuori dalle graduatorie di istituto, in attesa della decisione del Consiglio di Stato sulla validità ai fini dell’insegnamento del diploma di maturità magistrale, conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002, che finora è stato considerato valido ai fini dell’inserimento nelle graduatorie di istituto di seconda fascia.
In Italia sono 43.500 i docenti in possesso di diploma magistrale, che hanno acquisito il diritto di accedere nelle graduatorie ad esaurimento. Su 8 mila insegnanti, assunti con contratto a tempo indeterminato dopo anni di precariato e dopo aver superato l’anno di prova, 6 mila sono diplomati magistrali che hanno presentato ricorso e attendono la pronuncia del Tar Lazio o del Consiglio di Stato sulla validità del titolo ai fini dell’abilitazione all’insegnamento. Sono già 2 mila, invece, i docenti che hanno vinto il ricorso davanti ai giudici amministrativi, che con sentenza passata in giudicato, hanno ritenuto valido il diploma magistrale ai fini dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.
“Mozioni analoghe – aggiunge Marano – sono state presentate anche dai consiglieri regionali di Piemonte e Toscana. La categoria degli insegnanti sta chiedendo supporto e una presa di posizione del mondo politico a tutti i livelli. Sebbene la materia è di competenza nazionale e non regionale, chiedo al Governo siciliano di far sentire la propria voce, anche alla luce dei drammatici dati su occupati e disoccupati nell’Isola, ponendo il tema in sede di conferenza Stato – Regioni per sollecitare il ministero dell’Istruzione a prendere una posizione netta a tutela del diritto al lavoro e allo studio di insegnanti e studenti”.