Le cronache delle prime settimane dell’anno hanno acceso i riflettori su una parte delle questioni che, dopo la famosa sentenza del Consiglio di Stato, riguarda i docenti diplomati magistrali, una pesante ipoteca per cui non si intravede una imminente soluzione.
È vero che da ogni parte del Paese si susseguono mobilitazioni significative ma la piega che sta prendendo la vicenda, per la quale si auspicava una soluzione veloce, non lascia ben sperare.
Sembra essere in una fase di stallo e a poco servono le rassicurazioni verbali da parte del MIUR che non muove un dito affinché si gestiscano e risolvano le assurde disparità generate dalla sentenza del Consiglio di Stato.
Sono a rischio i ruoli, tanto per i diplomati magistrali quanto per i docenti della secondaria, assunti dalle GAE prima della sentenza stessa. E’ a rischio la tenuta della scuola e sarà disattesa l’equità che dovrebbe essere garantita dal diritto, qualora non si trovasse una soluzione immediata.
Dopo le elezioni politiche l’anno scolastico sarà quasi terminato e con esso la possibilità che ogni decisione possa slittare, pena un licenziamento di massa. Si deve scongiurare l’emergenza sociale che si sta profilando e servono azioni politiche decise e non discorsi di circostanza che cadono nel vuoto.
Le azioni legali proposte da alcune organizzazioni lasceranno il tempo che trovano, continuando ad alimentare il “mercato” dei ricorsi. E nel frattempo? Nemmeno il promesso aggiornamento della II fascia di istituto costituisce una priorità del MIUR, ormai in smobilitazione, che sembra intenzionato a lasciare la “patata bollente” nelle mani di chi arriverà.
La mobilitazione continuerà per tutto il mese di febbraio, seguendo un calendario di appuntamenti approvato da varie associazioni e da alcune sigle sindacali ma a livello ministeriale non sortirà alcun effetto, arroccati come sono sul passaggio “obbligato” del parere dell’Avvocatura di Stato sull’interpretazione della sentenza e sugli effetti che dovrà avere.
Si profila un quadro preoccupante che necessita di un momento di confronto immediato, in cui docenti, associazioni, sindacati e rappresentanti politici possano avviare un dibattito vero, non mediatico e strumentale al consenso, dove si possano mettere tutte le carte in tavola e capire come si vorrà affrontare cosa ci aspetta e si prospetta: un enorme licenziamento di massa, se non si metterà mano alle questioni urgenti a partire da quella dei Diplomati magistrali.
Allungandosi i tempi di tutto, dalla fase transitoria in poi, tutti siamo in bilico, compresi i docenti di III fascia che, dopo anni di servizio saranno, nelle attuali linee del reclutamento, trattati alla stregua di tirocinanti.
Questo e molto altro, i temi al centro del Convegno organizzato per il 4 febbraio, a Roma, dalle associazioni Adida e Mida, nel quale interverranno esponenti del mondo sindacale e politico e che vedrà la partecipazione degli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, da anni al fianco dei precari.
Valeria Bruccola