E’ attualmente in discussione il testo del decreto scuola, anche se non mancano gli ostacoli in vista dell’approvazione definitiva.
Il decreto prevede anche una soluzione per i diplomati magistrale in GaE, o meglio ancora, per i maestri diplomati magistrali che sono stati assunti con riserva in attesa dello scioglimento della stessa.
In realtà, come abbiamo riportato in precedenza, il Consiglio di Stato ha sancito il No. Anche la Cassazione ha confermato in qualche modo la decisione di Palazzo Spada, lasciando quindi i diplomati magistrale in ruolo con riserva con lo spettro del licenziamento non appena arrivasse la sentenza di merito.
E’ arrivata anche la sentenza di merito del Tar Lazio che, ovviamente, ha confermato il tutto.
Diplomati magistrale GaE, ecco perchè non verranno licenziati
La soluzione a questa vicenda del licenziamento in pieno anno scolastica arriverà quindi dal decreto scuola, che prevede infatti l’estensione del decreto dignità anche per quest’anno.
Ciò vuol dire che i diplomati magistrale destinatari delle sentenze potranno continuare a lavorare con contratti sino al 30 giugno.
Ciò vuol dire che i docenti diplomati magistrali che nel corso dell’anno avranno la sentenza negativa non saranno licenziati ma avranno una trasformazione del proprio contratto da indeterminato a determinato fino al termine delle attività didattiche. Lo scopo principale di questa misura è quello di garantire la continuità didattica per gli alunni.
Diplomati magistrale in Gae: una storia infinita
Avverso la sentenza dell’Adunanza plenaria del 20.12.2017 era stato infatti proposto un ricorso innanzi le Sezioni unite della Corte di Cassazione, essendosi rilevato un eccesso di potere giurisdizionale da parte del Consiglio di Stato.
A pesare sulla vicenda c’è senza dubbio la mancata presa di posizione da parte della politica, del tutto colpevolmente assente sino ad ora.
Il concorso straordinario infanzia e primaria previsto dal decreto dignità resta comunque una misura non soddisfacente in raffronto alla platea di interessati. Per non contare il fatto che le assunzioni dei vincitori del concorso straordinario potrebbero restare parcheggiati per un po’ di tempo in graduatoria.
Diplomati magistrali: i motivi del no della Plenaria
Ecco i punti cardine della nuova pronuncia del Consiglio di Stato:
– i decreti di aggiornamento delle graduatorie (in particolare del d.m. n. 235 del 2014), non hanno natura normativa né possono qualificarsi quale atto amministrativo generale; rivolgendosi a destinatari già noti al momento dell’adozione, ovvero tutti coloro e solo coloro che sono già inseriti nelle GAE, i decreti di aggiornamento sono quindi atti amministrativi che si rivolgono ad un gruppo delimitato di soggetti, qualificabili quindi quali atti amministrativi “collettivi”;
– conseguenza della predetta natura dei DM di aggiornamento è che l’annullamento del DM 235/2014 disposto dal Consiglio di Stato con sentenza 1973/2015, non può avere efficacia generale (“erga omnes”), bensì limitata ai soli ricorrenti;
– non è invocabile l’istituto del “prospective overruling”, ossia la possibilità di applicare i principi enunciati nella sentenza 11/2017 ai soli ricorsi depositati dopo il 20.12.2017.
Per i diplomati magistrali in Gae, pertanto, resta solo la speranza della corte di Giustizia Europea, l’ultima spiaggia per vedersi riconoscere l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento a pieno titolo.