Politica scolastica

Diplomati magistrale, ora la politica li salvi

Il precariato va cancellato, non incentivato: Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia, lo ha detto più volte, anche alla Tecnica della Scuola. Il parlamentare romano lo ribadisce commentando gli effetti della sentenza del Consiglio di Stato sulla non legittimità nell’includere i docenti precari con diploma magistrale nelle GaE, seguito della quale dei sindacati minori hanno già proclamato lo sciopero per il prossimo 8 gennaio.

La giustizia ha perso un’occasione importante

“La sentenza del Consiglio di Stato riunito in Plenaria – sostiene Ramprelli – lascia sconcertati ed amareggiati. La giustizia perde un’occasione importante per ristabilire un diritto a lungo calpestato e che dalla stessa avallato negli ultimi anni, per stabilizzare definitivamente tutti gli insegnanti, diplomati magistrali, che da decenni lavorano nella scuola pubblica italiana”.

Per il deputato di Fratelli d’Italia, sarebbe giusto che questo stesso Governo trovi una soluzione, prima che decada: “i docenti precari non possono e non devono essere lasciati soli in questo momento, spetta alla politica trovare nell’immediatezza una soluzione efficace che permetta loro di accedere ai ruoli in tempi brevi. Il PD non ne ha azzeccata una in questa legislatura, a iniziare dal mondo della scuola, ha perso un’altra occasione per porre rimedio a una condizione grottesca che penalizza coloro i quali fino a oggi hanno garantito che le scuole fossero aperte e funzionanti”.

Un parere non molto diverso, è stato espresso nei giorni scorsi da Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, che ha chiesto di “ottenere per gli abilitati infanzia e primaria l’inserimento in un elenco che diverrà a tutti gli effetti una sorta di terza gamba rispetto alle graduatorie ad esaurimento e a quelle di merito del concorso 2016”, peraltro pure “in corso di rapido esaurimento nelle regioni del centro-nord”.

C’è pure chi dice che la sentenza è giusta e si dissocia dallo sciopero

Di tenore opposto è stata, qualche giorno fa, invece, la risposta del coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento, il quale commentando la stessa sentenza ha detto che “non intende festeggiare la sentenza come una vittoria, ma ritiene opportuno rispettare il giudizio incontrovertibile di un organo supremo e per questo si dissocia dallo sciopero proposto per l’8 gennaio”.

Il coordinamento ha quindi ricordato che ora “tutti i docenti abilitati laureati e/o diplomati magistrali si ritroveranno di nuovo insieme nelle graduatorie di seconda fascia: ciò permetterà al futuro governo di organizzare in serenità un sistema di reclutamento snello ed attinente alle nuove normative che impongono sempre più alti standard di formazione e selezione dei propri docenti”.

“Nel frattempo – concludono – ricordiamo che gli oltre 40.000 tra laureati e studenti in Scienze della formazione Primaria (l’unica laurea magistrale abilitante all’insegnamento della scuola primaria e dell’infanzia) sono pronti ad accedere a scuola mostrando professionalità e competenza”.

Alessandro Giuliani

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