Domani, 8 gennaio, riaprono le scuole dopo le vacanze natalizie, ma si respirerà immediatamente aria di protesta: infatti, è previsto lo sciopero dei diplomati magistrale, che dopo la sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, rischiano seriamente il posto e la “retrocessione” nelle graduatorie di istituto, dopo essere stati inseriti in GaE negli ultimi anni dai giudici.
Alla vigilia dello sciopero dell’8 gennaio, a La Tecnica della Scuola parla Mascia Meleo, vicepresidente del MIDA, movimento di tutela dei diritti dei precari scuola, nato nel 2007, a cui abbiamo chiesto un parere sulla questione che coinvolge il movimento.
Sulla questione diplomati magistrale, non è ben chiaro ancora quale sia il numero esatto di docenti coinvolti nella questione. Potrebbe fornirci un quadro più esaustivo della situazione?
Per quanto riguarda la consistenza effettiva del personale coinvolto nella questione diplomati magistrale siamo convinti che solo il Miur potrebbe finalmente dirimere la querelle che da alcuni giorni è diventata oggetto di un aspro dibattito tra vari rappresentanti politici coinvolti nella campagna elettorale che è appena iniziata. Di fatto i sindacati, tutti, ci hanno mostrato le loro proiezioni e possiamo affermare che i docenti coinvolti nella vicenda sono 43.000, dei quali almeno 6000 già assunti in ruolo con riserva. Come già accaduto negli anni precedenti, abbiamo più volte chiesto al ministero di fornirci un censimento esatto degli insegnanti interessati dai provvedimenti, ma non è mai stato diramato nulla.
I laureati in scienze della formazione primaria nuovo ordinamento, in un’intervista alla Tecnica della Scuola, hanno chiesto provocatoriamente: “perché i diplomati non vogliono farsi valutare dalla commissione di un concorso? Che paure hanno?”
Non è questo il fulcro del problema e chi afferma ciò è necessariamente in malafede, per due diversi motivi: in primo luogo molti Diplomati magistrale hanno sostenuto il concorso 2016 e adesso si trovano all’interno delle GM, ciò dimostra che non è la valutazione che si teme. In secondo luogo dopo il famoso “concorsone” del ’99 non ci sono stati altri canali di reclutamento per la scuola primaria, se ci eccettua la costosissima laurea in Scienze della formazione primaria (a numero chiuso, in base alla disponibilità universitaria) che permetteva l’iscrizione in GaE con riserva e che comunque non ha garantito neanche ai colleghi laureati in scienze della formazione primaria vecchio ordinamento, poiché molti di loro si sono trovati fuori dalle GaE esattamente come i diplomati. Vorremmo fosse chiara una cosa: non si tratta di volersi sottrarre alla valutazione, bensì si tratta di credere nella possibilità di vedersi riconosciuti i sacrifici e gli anni trascorsi nelle aule scolastiche in questi decenni. Non siamo sicuri che questa guerra tra poveri che alcuni colleghi stanno ingaggiando giovi alla categoria e soprattutto non siamo neanche sicuri che gli faccia guadagnare posizioni, ma tant’è. Da parte del Mida c’è e rimane ferma la volontà di sottrarsi a qualsiasi polemica sterile e inutile tra colleghi.
Si è parlato in queste settimane di una soluzione politica alla questione. Quale sarebbe la vostra proposta concreta di risoluzione?
Occorre fare una precisazione: come Mida e insieme ad Adida avevamo già pensato, in tempi non sospetti, che si sarebbe potuta proporre una soluzione politica contestualmente a quella giudiziaria. Le polemiche scatenate dai più intransigenti circa l’inopportunità di suggerire un altro tipo di percorso ci hanno fatto desistere, e quindi oggi ci troviamo a lavorare con ben altro clima. Se ci fosse la volontà politica di risolvere questa complicata questione basterebbe attribuire il valore concorsuale al titolo mediante un colloquio, non selettivo, atto a confermare la posizione degli aspiranti in GAE. Diversamente non ci sentiamo di proporre un transitorio-fotocopia su modello del dgl 59/2017, poiché presenta, per l’ordine d’istruzione cui è rivolto, molteplici limiti ostativi quali, ad esempio, la consistenza numerica di una Graduatoria di merito regionale che non scorrerebbe mai, davvero, per il ruolo, perché subordinata alle sterminate GaE e GM della primaria e dell’infanzia. Abbiamo perciò lavorato anche ad una seconda proposta, assolutamente percorribile e che non leda i diritti di quanti hanno vinto un concorso e si trovano in GM e di coloro che oggi sono in GaE a pieno titolo, ma permetta tuttavia di regolare l’accesso ai ruoli anche per i Diplomati magistrale e Scienze della formazione primaria Vecchio ordinamento mediante un colloquio, non selettivo, che consentirà la creazione di una nuova graduatoria provinciale dalla quale attingere per il ruolo, rispettando le percentuali di legge dei vincitori di concorso. Resta ferma da parte nostra la convinzione che non è opportuno far uscire nessuno dalle GaE.
A proposito di politica, in qualche modo, la vicenda dei diplomati magistrale potrebbe rivelarsi importante anche in chiave elezioni. Non pensate di essere diventati, inconsapevolmente, il “piatto gustoso” di questa campagna elettorale?
Certamente il clima politico nel quale stiamo lavorando non permette la serenità di confronto tra le parti, tuttavia la serietà delle associazioni che si stanno impegnando per proporre una soluzione il più possibile equa e condivisa, prescinde i limiti della campagna elettorale. Come Mida puntiamo dritti all’obiettivo e non ci facciamo trascinare in dibattiti politici che poco ci interessano (siamo insegnanti, non politici), di contro abbiamo constatato ancora la pressoché totale mancanza di proposte alternative da ogni schieramento politico. In concreto nessuno ha predisposto una proposta specifica. La questione Diplomati magistrale è stata a lungo procrastinata proprio per questo: risolvere questo compito è davvero arduo e per farlo occorre avere contezza di tutta la storia legislativa e giudiziaria che in tanti anni si è stratificata sulle loro spalle.
Lunedì 8 gennaio è previsto lo sciopero in cui gli insegnanti con diploma magistrale incroceranno le braccia per protesta. Quali aspettative ci sono?
Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta accadendo ed esprimere il nostro dissenso rispetto alla mancanza di qualsiasi proposta politica nei confronti della scuola primaria, diversamente da quanto accaduto per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Ci aspettiamo di poterci confrontare con le parti sindacali, i tecnici Miur, il Ministro e con il governo (magari anche attraverso audizioni informali o formali) per costruire una proposta seria e responsabile, tenendo presente gli impegni nei confronti di tutti i lavoratori del comparto scuola. Saremo in piazza dalle 14:00, aspettiamo tutti i colleghi, di ogni ordine e grado e auspichiamo la presenza di tutte le OO.SS., anche dei confederali, per lanciare un segnale forte d’unità d’intenti.