Si tratta senza dubbio del terremoto di fine 2017 per il mondo della scuola, ovvero la sentenza sui diplomati magistrale emessa dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato. A tal proposito è partita una petizione su Change.org, che già conta più di 30mila adesioni.
La petizione dà seguito ai temi che si sono succeduti nelle ultime settimane, riportate ampiamente anche da questa testata.
“Quello che si profila è un licenziamento di massa, il più grande della storia italiana, che priverà bambini di età compresa tra i 3 e i dieci anni delle proprie maestre, si legge sulla petizione. E ancora: “Risultano 55 mila iscritti con riserva nelle Gae e dopo che per oltre due anni la giurisprudenza ha ritenuto questo titolo utile anche a ottenere il ruolo, oggi si fa un passo indietro e si dice che è buono solo per le supplenze”.
Lanciata lo scorso 21 dicembre, la petizione ha già toccato 30000 adesioni, a dimostrazione dell’interesse popolare che sta riscutendo il tema, tanto da coinvolgere anche i genitori, che in molti casi si stanno schierando in favore dei docenti dei loro figli, che rischiano di subire una destabilizzazione.
A più riprese, i sindacati nelle passate settimane credono che soltanto una soluzione ragionata di natura politica possa salvare la situazione: “La vicenda dei diplomati magistrali, con la sentenza dell’Adunanza Plenaria – scrive la Flc Cgil – segna una pagina terribile della storia della scuola e del reclutamento in Italia, con il Consiglio di Stato che smentisce una serie di pronunciamenti precedenti, un’evidente disparità di trattamento tra docenti che hanno avuto sentenze definitive e altri che oggi vengono esclusi dalle Gae e la politica, che invece di fare delle scelte coraggiose e tali da risolvere questa vicenda, lascia alla magistratura il compito di decidere”.
“In tutto questo la politica non è stata in grado di intervenire minimamente – scrive Di Meglio, della Gilda -, basti pensare che non è stato previsto il nuovo sistema di reclutamento per la scuola primaria, né sono previsti i concorsi ai quali i diplomati magistrali potrebbero legittimamente partecipare, né una fase transitoria”.
La ministra Fedeli ha rimesso il giudizio nella mani dell’Avvocatura di stato, ma sappiamo che il 4 gennaio ci sarà un incontro fra amministrazione e sindacati per discutere sulle conseguenze della sentenza. Inoltre, è stata presentata un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro dell’Istruzione da parte di alcuni deputati del gruppo Liberi e Uguali
Nel frattempo, c’è una data precisa in cui il mondo della scuola coinvolto nella protesta scenderà in piazza: l’8 gennaio, giorno in cui è prevista la mobilitazione dei diplomati magistrali. Protesta a cui parteciperanno, non solo le associazioni di docenti precari, ma anche i sindacati Cub e Cobas.
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