“È assai raro che il Tar non si adegui a quanto stabilito dal più alto consesso amministrativo”, ovvero il Consiglio di Stato.
A sostenerlo sono i legali Santi Delia e Michele Bonetti, impegnati a sostenere i ricorsi di alcune migliaia di diplomati magistrali che chiedono di essere inseriti nelle GaE, attraverso le quali si concretizzerebbero supplenze più durature e continuative. Ma anche, nel tempo, pure l’agognata immissione in ruolo.
“Nonostante i tentativi di bloccare l’ingresso dei precari nelle GAE a seguito della rimessione all’adunanza plenaria nella vicenda dei diplomati magistrali – scrivono i legali – la stessa si è pronunciata favorevolmente alle nostre tesi il 27 Aprile”.
Santi Delia e Michele Bonetti ricordano che “già il giorno successivo, dando segno di convinta continuità, la Sesta sezione del Consiglio di Stato ha riformato l’Ordinanza del T.A.R. Lazio n. 1015/2016 sul ricorso 1738/2016, disponendo l’ammissione nelle G.A.E. dei nostri ricorrenti”.
In effetti, l’incipit di quell’ordinanza non sembra lasciare adito a dubbi: “considerato che, con ordinanza n. 1 del 27 aprile 2016, l’Adunanza Plenaria ha ritenuto, in una fattispecie analoga”.
“A questo punto i nostri diplomati magistrale in GAE diventano 4.000”, sostiene in modo perentorio la coppia di legali.
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Certo, si tratta pur sempre di “un’ammissione con riserva” – continuano – ma è la prima ammissione dinanzi alla Sesta Sezione che dopo la rimessione alla plenaria aveva iniziato a non ammettere più con riserva, rimettendo la questione al Tar del Lazio per la decisione nel merito. Da parte nostra ciò vuole rappresentare un forte segnale”.
“Pertanto lo scenario concretizzatosi appare favorevole per le eventuali future pronunce, a cui il Tar dovrebbe uniformarsi”, concludo Santi Delia e Michele Bonetti.
Le prospettive dei due legali, quindi, confermano quanto espresso dalla Tecnica della Scuola, subito dopo aver appreso dell’esito positivo della plenaria del Consiglio di Stato sull’annosa questione: il Tar, “come giudice di primo grado – avevamo scritto -, dovrà certamente tenere conto di questa tanto attesa pronuncia. Con decine di migliaia di precari coinvolti, che sperano con sempre maggiore fondatezza”.
Ricordiamo, in conclusione, che la linea intrapresa dalla coppia di legali è, nella sostanza, la stessa che stanno conducendo da alcuni anni anche altri avvocati, oltre che associazioni e sindacati. Pertanto, un eventuale, a questo punto sempre più probabile, disco verde per un raggruppamento, rappresenterebbe lo stesso risultato anche per gli altri.
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