Bisognerà attendere per il verdetto della nuova sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, che è chiamata decidere, un’altra volta sull’inserimento in Gae degli insegnanti con diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002.
Il Collegio dei giudici, infatti, pronunciandosi in sede giurisdizionale, ha affermato che, nonostante la nota pronuncia n.11/2017 emessa dall’Adunanza Plenaria, la questione dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei soggetti muniti di diploma magistrale, debba essere rimeditata.
Sappiamo benissimo che proprio ieri, 12 dicembre, sono scaduti i termini per presentare domanda di ammissione al concorso straordinario infanzia e primaria, lo strumento individuato dal Governo proprio per risolvere (in parte) la vicenda dei diplomati magistrale. Nel frattempo è partito anche l’iter per il bando di un concorso ordinario per infanzia e primaria.
Adesso, nel caso in cui l’esito dell’Adunanza Plenaria dovesse essere positivo, per i docenti con diploma magistrale potrebbero “splancarsi” le porte della stabilizzazione: infatti, da un lato ci sarà la possbilità di inserirsi a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento, dall’altro ci saranno le graduatorie di merito per chi ha partecipato al concorso straordinario. Le assunzioni, ricordiamo, vengono effettuate per il 50% dalle Graduatorie ad esaurimento, e per il 50% per le graduatorie di merito. Queste ultime però vedono in alcune regioni le graduatorie del concorso 2016 ancora piene, che pertanto avrebbero al momento la precedenza sulle nuove GMRE del concorso straordinario.
In caso di esito negativo, gli interessati si concentrerebbero sul concorso straordinario (e poi quello ordinario), come unica via d’accesso al ruolo, in attesa del probabile prosieguo del ricorso presso la Cassazione e passare dal Consiglio d’Europa.
E’ bene tuttavia ricordare che tale sentenza avrà effetto si su migliaia di diplomati magistrale, ma non riguarda l’intera platea. Infatti, ad attendere il verdetto del Consiglio di Stato sarebbero i docenti che hanno i procedimenti ancora pendenti, ovvero non sarebbero inclusi i docenti con sentenze passato in giudicato. Inoltre, non sarebbero interessati neanche i soggetti le cui sentenze del Tar abbiano superato i sei mesi di tempo per l’impugnazione.
In realtà, l’Anief spera che possa essere giunta l’ora “di chiarire se le sentenze da noi ottenute e già passate in giudicato, debbano o meno intendersi con valenza erga omnes, come noi abbiamo da sempre sostenuto. Se avremo ragione, chiederemo con forza che il Miur rispetti il giudicato e siamo convinti che non potrà più esimersi dal riaprire le graduatorie a esaurimento a tutti i docenti abilitati”.
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