Il Governo ha deciso: non saranno riaperte le Graduatorie ad Esaurimento per i maestri precari, diplomati magistrale ante 2001-2002, da decenni risorsa importante e necessaria della scuola italiana.
Cosa hanno fatto i sindacati maggiormente rappresentativi per impedire un simile epilogo? ANIEF si è particolarmente adoperata per questi maestri, ma gli altri? Cosa hanno effettivamente fatto per evitare che questa vicenda giuridica si traducesse in una delle criticità della scuola italiana, dalle pesanti conseguenze lavorative, economiche e sociali?
A chi ci governa va rammentato invece che la credibilità politica presuppone coerenza programmatica, da una legislatura all’altra, e il rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale. È chiedere troppo al “Nuovo” che avanza?
Questo Governo ha preteso di dirimere la vicenda dei maestri precari, diplomati magistrale ante 2001-2002, sulla base di una sentenza emessa dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria, sentenza che ad oggi non produce effetti giuridici definitivi nemmeno rispetto alle cause per cui è stata emanata, pendendo su di essa mezzi di impugnazione nazionali e sovranazionali: un ricorso davanti alle Sezioni Unite della Cassazione per eccesso di potere giurisdizionale, un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e un reclamo collettivo al Consiglio d’Europa.
Altre otto sentenze dello stesso organo di giustizia, passate in giudicato, hanno invece immesso in GaE a titolo definitivo migliaia di insegnanti diplomati magistrale ante 2001-2002, e diversi altri continuano ad esservi inseriti a pieno titolo dai giudici del lavoro di tutta Italia.
Esiti giudiziari così diversi, a parità di situazioni giuridiche soggettive, rendono questa vicenda non solo più amara e dolorosa, ma addirittura grottesca!
Luchino Galli e Maria Cabri, maestri precari abilitati di Lucca.
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