Il 7 aprile scorso la regione Lombardia, grazie all’impegno ed alla tenacia della consigliera regionale del M5S Paola Macchi, ha approvato una risoluzione in commissione cultura ed istruzione che avvia una forte azione politica mirata ed incisiva da parte dell’assessore all’istruzione Valentina Aprea (ex sottosegretario di stato del Miur nel governo Berlusconi) presso il Ministero e l’USR Lombardia per sostenere il diritto d’inserimento in Gae dei docenti diplomati magistrali e diplomati al liceo socio-pedagogico prima del 2002.
Appare assai singolare e sintomatico il fatto che in fase di approvazione in commissione dell’atto politico, i consiglieri pd, anche quelli più sfegatatamente renziani, si siano astenuti durante la votazione, senza quindi votare contro, come tutti si aspettavano. Non v’è chi non colga che questo atteggiamento potrebbe significare solo una cosa, e cioè che anche i consiglieri lombardi del pd probabilmente riconoscono il diritto acquisito di questa categoria professionale che regge da decenni gli ordini di scuola forse più importanti del percorso d’istruzione, e non si può e non si deve dargli il benservito dopo averli sfruttati e malpagati per anni.
Insomma, a detta di molti sembrerebbe che i consiglieri dem lombardi non abbiano votato a favore di questa azione politica solo per non acuire ancor più l’acceso scontro intestino che ormai divampa ardentemente da mesi nel partito del premier. Oltretutto, un nutrito gruppo di senatori del pd il 30 marzo scorso ha presentato una giusta interrogazione parlamentare al ministro Giannini che mira anch’essa ad ottenere l’inserimento in Gae dei diplomati magistrali.
La Lombardia è forse la regione che pesa di più in Italia, tanto a livello politico quanto a livello economico, e questo intervento potrebbe di certo aprire un varco per una definitiva e doverosa risoluzione politica della questione, al di là di quello che deciderà l’assemblea plenaria del consiglio di stato fissata per il prossimo 27 aprile. Il problema è squisitamente politico, proprio perchè è nato da un clamoroso errore politico ormai palesemente riconosciuto anche dal partito che l’ha ostinatamente commesso, e non può e non deve essere risolto nelle aule dei tribunali.
Intanto, sui social la notizia impazza, ed è stata accolta con molto entusiasmo ed apprezzamento dai docenti diplomati magistrali che attendono il debito inserimento in Gae e la successiva spettante immissione in ruolo. Pare che in molti si stiano già attivando in tutte le regioni governate dai partiti della “minoranza” di governo per far si che venga avviata la medesima azione politica che ha intrapreso la regione Lombardia, in modo tale da fare la massima pressione su Miur e parlamento al fine di ottenere il sacrosanto diritto d’inserimento di questi vessati docenti nelle graduatorie ad esaurimento per la successiva immissione in ruolo.
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