Alla vigilia dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di stato, che dovrà decidere le sorti dei diplomati magistrali, sono tantissimi i docenti che hanno vinto il ricorso che attendono l’esito. Molti sono stati già inseriti con riserva, altri invece sono in attesa del verdetto, pronti a prendersi una cattedra.
A tal proposito, il Corriere della Sera.it, riporta la storia di una dei tantissimi aspiranti in possesso del diploma magistrale, una casalinga di 57 anni che non ha mai insegnato, diplomatasi 40 anni fa, nel 1978. Anche lei, quindi è una dei tantissimi diplomati magistrali che attendono la sentenza dei giudici di Palazzo Spada.
“È vero, ho fatto la casalinga, racconta la donna, ma ho cresciuto 4 figli e ho sempre amato la cultura, e leggo tantissimo. Mica dico di essere più brava dei laureati…Però anche io ho le mie possibilità, lo Stato me le dà, e non vedo perché non dovrei coglierle”.
La donna racconta di essere stata spinta verso questa strada dalla figlia: “mi ha detto: mamma, col tuo diploma lo sai che potresti insegnare? Allora mi sono informata, ho presentato prima un ricorso a Catania, che è stato respinto, poi a Messina, ed è andata bene. Per avere qualche possibilità in più, mi sono iscritta alle graduatorie di Venezia. Mio marito, ha detto che mi segue e che dopo tanti anni in cui io ho aiutato lui, sarà lui a sostenere me”.
L’aspirante maestra non teme i giudizi dei laureati, che stanno conducendo una battaglia contro i diplomati magistrali che potrebbero soffiargli il posto: “Io riconosco i meriti di questi giovani, tutti potrebbero essere miei figli, non ho niente in contrario, ma anche loro dovrebbero avere rispetto per me: non togliamo niente a nessuno”.
La donna protagonista della vicenda rappresenta uno dei tantissimi casi relativi ai diplomati magistrali.
Lo scenario, oltre a constare un boom di ricorsi, è comunque piuttosto vario: c’è chi, come accennato in precedenza, ha portato molti diplomati ad ottenere già il ruolo con riserva, ed altri che invece hanno avuto l’accantonamento del posto, mentre altri ancora stentano invece a farsi riconoscere il diritto a partecipare alle procedure per il ruolo.
Certamente esiste la possibilità concreta che l’Adunanza Plenaria si pronunci favorevolmente (per molti è l’ipotesi più probabile), dato che già nel 2015 il Consiglio di Stato aveva dato proprio l’ok per l’inserimento dei diplomati magistrali in GaE, sentenza che ha scatenato un’ondata di ricorsi.
Ma i dubbi sono emersi e riguardano principalmente la legittimità di consolidare un orientamento che ritenesse legittimo l’inserimento tardivo in graduatoria di aspiranti docenti per effetto del possesso di un mero titolo di studio e senza una vera e propria esperienza di insegnamento alle spalle.
Infatti, l’opinione pubblica è spaccata in due, dato che ci sono laureati con abilitazione che in caso di parere positivo per i diplomati magistrali in GaE verrebbero scavalcati, in molti casi da docenti che hanno diversi anni di precariato alle spalle, in altri, come la vicenda raccontata, da candidati che non possiedono la minima esperienza.
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