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Diplomati magistrali, lo spettro dei licenziamenti di massa. Si chiede soluzione politica

Rischiamo il più grande licenziamento di massa della scuola italiana”. Sono le parole amare di Santi Delia, fra i legali maggiormente coinvolti nella questione dei diplomati magistrali, che dopo la sentenza dell’adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, vedono nero il proprio futuro.

Cosa accadrà adesso?

Tutti si chiedono: adesso che succede? Come scritto in precedenza, la sentenza dell’Adunanza Plenaria non ha effetti immediati nei confronti dei docenti inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento a seguito di provvedimento cautelare e i contratti in corso, tempo determinato o indeterminato, non potranno essere rescissi.
I provvedimenti cautelari emanati dal Tribunale amministrativo o dal Consiglio di Stato mantengono tutti i loro effetti fino a quando i giudici non fisseranno l’udienza di merito e non si esprimeranno con sentenza definitiva per ogni singolo ricorso.
Invece, le prospettive non sembrano essere buone per chi è stato inserito con riserva ed ha ancora il giudizio di merito pendente: in questo caso, i contratti a tempo indeterminato sono sottoposti a clausola risolutiva in caso di annullamento della procedura di reclutamento. Ergo in esito al giudizio di merito negativo il Miur dovrebbe risolvere i contratti. I più fortunati dovrebbero essere solo quelli che hanno ottenuto sentenza definitiva del Consiglio di Stato.

I sindacati chiedono una soluzione politica

Le tempistiche non saranno rapide, perché prima che vengano fissate tutte le udienze di merito per la sentenza definitiva, potrebbero volerci alcuni mesi. A quel punto, trattandosi già di metà anno scolastico superato, il Miur potrebbe anche adottare una soluzione politica che permetta di concludere gli incarichi a coloro i quali verrà risolto il contratto, in nome della continuità didattica.
In verità, i sindacati e non solo, auspicano una soluzione politica di ampio respiro, dato che si tratterebbe, come accennato in apertura, di numeri altissimi di licenziamenti.
Licenziamenti, a parere dei sindacati, che potrebbero restare sulla coscienza del Miur, unico vero colpevole, “che non ha mai voluto prendere una decisione per individuare una soluzione politica al problema, una soluzione ora necessaria”, scrive la Flc Cgil.
Dello stesso tono, più o meno, il commento di Luigi Del Prete dell’Esecutivo Nazionale USB Scuola: “il Miur e lo Stato abdicano ad ogni funzione regolatrice del proprio pubblico impiego, affidando alle sentenze la risoluzione di questioni che andrebbero regolate garantendo qualità dei servizi, numeri adeguati e percorsi certi per i docenti”.

Polemico anche Rino di Meglio, coordinatore nazionale Gilda: “La Gilda ritiene che il ministero dell’Istruzione debba con urgenza pronunciarsi sull’intera situazione, assumendosi la responsabilità politica di indicare soluzioni eque e definitive”.
Di Meglio, inoltre fa notare come anche la politica abbia delle responsabilità: “in tutto questo la politica non è stata in grado di intervenire minimamente – conclude Di Meglio -, basti pensare che non è stato previsto il nuovo sistema di reclutamento per la scuola primaria, né sono previsti i concorsi ai quali i diplomati magistrali potrebbero legittimamente partecipare, né una fase transitoria”.

Diploma magistrale titolo valido per i concorsi

Nella decisione dei giudici di Palazzo Spada, c’è la magra consolazione per i diplomati magistrali del titolo abilitante riconosciuto, ma solo al fine di partecipare ai concorsi: ”il diploma magistrale, se conseguito entro l’a.s. 2001/2002, rimane titolo di studio idoneo a consentire la partecipazione alle sessioni di abilitazione all’insegnamento o ai concorsi per titoli ed esame apposti all’insegnamento, ma di per se non consente l’immediato accesso ai ruoli. Il valore legale conservato in via permanente, quindi, si esaurisce nella possibilità di partecipare alle sessioni di abilitazione o ai concorsi”.

Mobilitazione dei diplomati magistrali

Nel frattempo le associazioni MIDA e ADIDA hanno già fatto sapere che vorranno impugnare la decisione dell’Adunanza Plenaria innanzi alla CEDU.
Inoltre, è prevista per l’8 gennaio una mobilitazione per “esigere una soluzione politica che chiediamo nel nostro piccolo da tempo è che oggi è più difficile ottenere. La manifestazione di massa sarà aperta a tutte le categorie, agli insegnanti, ai docenti, agli studenti e alle loro famiglie e a tutte le sigle sindacali e associazioni”.

 

 

Fabrizio De Angelis

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