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Diplomati, solo il 30% si iscrive all’Università

Sono sempre meno i diplomati italiani che intraprendono gli studi universitari. La percentuale dei giovani di 19 anni che si iscrive ad un corso di laurea è scesa ormai al 30%. Lo ha sottolineato Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea, in occasione della presentazione, nella sede del ministero dell’Istruzione, del nuovo Profilo dei diplomati che hanno superato l’esame di maturità lo scorso luglio.
Ci sono anche altri dati interessanti emersi dallo studio del consorzio nazionale universitario. Il primo è che ancora oggi 82 immatricolati su 100 provengono da famiglie i cui genitori non hanno esperienza di studi universitari. La seconda, purtroppo non è una novità, è quella che 17 immatricolati su 100 abbandonano nel corso del primo anno di università.
Dal rapporto emerge anche che, se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore, 55 diplomati su cento ripeterebbero lo stesso corso, ma 44 su cento cambierebbero l’indirizzo di studio e/o la scuola. “Quello che un Paese avanzato non può permettersi – ha affermato Cammelli – è lo spreco di risorse umane. In particolare dei giovani, che rappresentano il futuro: un bene prezioso che stiamo perdendo all’anagrafe e verso il quale la perdurante disattenzione e sottovalutazione da parte del mondo adulto finirà per diventare un vero punto critico. Orientare, dunque, i ragazzi a scelte consapevoli dopo il diploma di scuola secondaria superiore non può più essere solo un doveroso impegno da parte delle istituzioni scolastiche. E’ una necessità, un’urgenza per il Paese”.
Ancora una volta, l’orientamento diventa una variabile fondamentale su cui intervenire. Dal prossimo anno scolastico verrà svolto già a partire del quarto anno delle superiori. E si cercherà di attuare un collegamento maggiore con università e mondo del lavoro. Sono piccoli segnali. Che forse potrebbero, almeno, far centrare un cambiamento di tendenza.
Alessandro Giuliani

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