Le indagini hanno riguardato un giro illecito che – secondo quanto si è appreso – sarebbe stato gestito dai responsabili di scuole paritarie e private nelle province di Brindisi e Lecce.
Oltre all’associazione per delinquere agli indagati sono stati anche contestati i reati di abuso di ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsa dichiarazione sostitutiva di certificazione.
Il capo e promotore dell’organizzazione, secondo l’accusa, sarebbe un 58enne di Brindisi, al vertice della scuola paritaria «Icos» di Lecce, la sede in cui «si conseguivano titoli di idoneità, superavano esami intermedi o finali aventi valore legale» in cambio di denaro.
Coloro che intendevano ottenere i diplomi, anch’essi iscritti nel registro degli indagati, venivano reclutati a Francavilla Fontana, Ostuni e San Donaci, in scuole paritarie in cui avrebbero dovuto avere luogo le lezioni e nelle quali sono state piazzate microspie che hanno consentito di scoprire le presunte irregolarità.
Il sistema, stando a quanto accertato, era il seguente: si pagava per ottenere la garanzia di superare gli esami senza alcuna difficoltà, a prescindere dal merito e senza che vi fosse l’effettiva frequenza dei corsi.
Il corrispettivo veniva chiamato «tassa esame» o «tassa di frequenza»: si trattava, secondo l’accusa, di somme versate «con la consapevolezza dell’inutilità dei corsi, come compenso illecito per il rilascio degli attestati».
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