Il caso dei diplomi falsi, utilizzati da alcuni docenti per scalare graduatorie ed entrare in ruolo, è di una tale gravità che ha spinto la CGIL e FLC CGIL Calabria a costituirsi parte civile.
Quanto appreso in questi giorni in merito ai diplomi falsi, con la sede dove gli stessi venivano taroccati ed i nomi delle persone coinvolte, è di assoluta gravità. Lo scopo di modificare e alterare le varie graduatorie interne dei vari istituti scolastici e di conseguenze di usufruire illegittimamente di un diritto è assolutamente inqualificabile. Significativo il numero delle persone coinvolte e impressionante la filiera organizzativa di falsari professionisti.
Dando una lettura più complessiva della vicenda, riteniamo essere una truffa non solo al mondo scolastico, ma all’intera società.
La cosa più grave è che, acquisendo questi diplomi falsi, il personale coinvolto ha avuto la possibilità di entrare nelle scuole senza averne il diritto ed a scapito di altri e svolgere attività didattica nelle classi senza un minimo di formazione professionale.
È un male endemico e tutto italico che purtroppo non coinvolge solo la nostra provincia, su cui bisognerebbe fare una riflessione più approfondita in quanto permea il nostro vivere, spingendo alla ricerca del malaffare ed incoraggiando le persone a cercare facili percorsi formativi per potersi affermare nel campo lavorativo.
Complice di tutto ciò, un modello di società che oramai diffonde la cultura della semplificazione e delle scorciatoie ad ogni costo, che tenta di abbattere il muro dei sacrifici pur di raggiungere alcuni obiettivi, di avere il successo facile, sostituendosi all’idea che il lavoro sia fatto di sudore e di sacrifici e che l’impegno non sia premiale quanto le “vie brevi” che accorciano il proprio cammino.
Vige l’idea che basti pagare per ottenere quello che si vuole ed evitare un normale percorso di studi, accorciando tempi e soprattutto evitare il sacrificio quotidiano.
Si tratta di una vera e propria emergenza morale ed etica che mette a rischio soprattutto la credibilità di tutti quei docenti e personale ATA corretti, di quanti onestamente e meritatamente hanno acquisito un titolo di studio per l’accesso al mondo della scuola, pur di trovare regolarmente una giusta collocazione lavorativa, con onestà, diffondendo ogni mattina all’interno delle classi la cultura della legalità.
Purtroppo il caso dei diplomi falsi è in continua evoluzione. Sarebbe opportuno, come già fatto presente mesi addietro, che l’ATP e l’USR intensificassero le verifiche, che le stesse divenissero sistematiche e che riguardassero anche le scuole professionali, che sono enti pubblici, per verificare la correttezza dei titoli che vengono presentati e dei servizi prestati. Solo così avremo la certezza che all’interno delle nostre scuole, e non solo, il personale in servizio ha veramente maturato un percorso scolastico regolare e ciò a garanzia soprattutto degli alunni che hanno sempre più bisogno di personale qualificato. Così come in realtà tutti i nostri enti pubblici.
Per queste ragioni la FLC CGIL e la CGIL si costituiranno parte civile nella operazione “Minerva”, per difendere i diritti dei lavoratori, come del resto facciamo da anni, per reagire a queste nefandezze, per contrastare e combattere questi fenomeni con ogni mezzo a disposizione. Anche quello processuale.
Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria
Umberto Calabrone, segretario generale Cgil CdL di Cosenza
Giuseppe Guido, segretario generale Cgil CdL Pollino- Sibari- Tirreno
Mimmo Denaro, segretario generale FLC CGIL Regionale
Pino Assalone, segretario generale FLC CGIL Cosenza
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