Diplomifici, l’ispezione del ministero dell’Istruzione e del Merito partita dopo l’inchiesta di Tuttoscuola sta avendo grosse conseguenze nel sistema delle scuole paritarie italiane. Oggi, 31 luglio, si ha notizia di alcuni provvedimenti per alcune scuole siciliane, alcune molto note. Lo riporta Ansa.
Dai controlli fatti dall’Ufficio scolastico regionale, su disposizione dell’assessorato all’Istruzione della Regione siciliana guidato da Mimmo Turano (Lega), sono emerse irregolarità in 40 corsi su 45 nei 20 istituti passati al setaccio. Per quattro corsi sono già stati firmati i decreti di revoca dell’accreditamento, comunicazioni di revoca sono state trasmesse ad altri 20 mentre ulteriori 10 provvedimenti sono in corso di definizione.
Come riporta Live Sicilia, gli ispettori hanno rilevato una serie di irregolarità nel funzionamento di questi istituti e nella gestione degli esami di idoneità e maturità. L’elenco è sul tavolo dell’assessorato che sta assumendo i provvedimenti sulla base delle relazioni consegnate dall’Ufficio scolastico regionale.
Il mese scorso il capo del dicastero di Viale Trastevere Giuseppe Valditara ha revocato lo status di scuole paritarie a 47 istituti.
I controlli hanno riguardato 70 scuole paritarie di II grado in Campania (40), Lazio (15) e Sicilia (15). Per 47 di queste le direzioni scolastiche regionali hanno già avviato le procedure per la revoca della parità. Ecco le motivazioni alla base di questa decisione, riportate da Il Corriere della Sera:
Numero di aule insufficienti per accogliere tutte le classi attivate e/o arredi insufficienti in relazione agli studenti iscritti; mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi eliminazione totale di alcune discipline; mancanza dei laboratori, dell’azienda agraria nel percorso tecnico agrario, delle cucine e delle derrate alimentari nei percorsi enogastronomici; assenza del curricolo di educazione civica; funzionamento di più classi quinte collaterali con alto tasso di studenti residenti fuori regione (fino al 90%) dei quali non è dichiarato il domicilio vicino alla scuola ai fini di una regolare frequenza scolastica; personale docente privo di abilitazione e persino del titolo di accesso per l’insegnamento delle discipline; difformità delle ore di servizio indicate nei contratti individuali di lavoro rispetto alle prestazioni lavorative risultanti dai documenti di assegnazione alle classi; grave inosservanza delle disposizioni vigenti in materia di esami di idoneità ed esami integrativi; lacune e incongruenze nella tenuta dei registri cartacei ed elettronici che minano la veridicità di quanto attestato.
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