Qualche giorno fa, proprio il giorno prima dell’avvio degli esami di maturità 2024, è stato reso noto l’esito dell’ispezione ministeriale sui cosiddetti “diplomifici” dopo l’inchiesta di Tuttoscuola. A vedere revocato il loro status di scuole paritarie sono stati ben 47 istituti.
La domanda è sorta spontanea: e chi era in procinto di fare gli esami di stato? Come riporta Il Corriere della Sera, il Consiglio di Stato ha ammesso in extremis all’esame di Stato 700 studenti delle scuole a cui è stata revocata la parità, anche se nei mesi scorsi, nel napoletano, definito “il più obeso centro d’ingrasso dei diplomi di maturità italiani” da Gian Antonio Stella. La scuola, secondo quanto emerso, contava 866 iscritti in quinta e nessuno nelle altre classi.
Quasi certamente gli studenti dovranno sostenere le prove suppletive, visto che la sentenza è stata resa nota dal Codacons ieri sera, giornata della seconda prova dell’esame di Stato. “Un campanello d’allarme che suona forte per avvertire che la guerra ai diplomifici sarà dura da vincere”, denuncia Tuttoscuola.
Dopo un complesso contenzioso, l’USR Campania aveva revocato nei mesi scorsi la parità all’istituto in questione. Anche il TAR, al quale l’istituto paritario aveva presentato ricorso, aveva confermato la decisione. Ma l’istituto non si è dato per vinto e ha presentato ricorso al Consiglio di Stato soltanto alla vigilia di questa maturità, chiedendo e ottenendo la sospensione cautelare, per evitare un “danno irreparabile” ai 700 candidati che in questi mesi si erano iscritti fiduciosi in una soluzione favorevole.
Secondo Tuttoscuola, bisogna approvare un provvedimento “tempi rapidi, altrimenti gli effetti si avranno non prima della Maturità 2026”.
I controlli hanno riguardato 70 scuole paritarie di II grado in Campania (40), Lazio (15) e Sicilia (15). Per 47 di queste le direzioni scolastiche regionali hanno già avviato le procedure per la revoca della parità. Ecco le motivazioni alla base di questa decisione, riportate da Il Corriere della Sera:
Numero di aule insufficienti per accogliere tutte le classi attivate e/o arredi insufficienti in relazione agli studenti iscritti; mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi eliminazione totale di alcune discipline; mancanza dei laboratori, dell’azienda agraria nel percorso tecnico agrario, delle cucine e delle derrate alimentari nei percorsi enogastronomici; assenza del curricolo di educazione civica; funzionamento di più classi quinte collaterali con alto tasso di studenti residenti fuori regione (fino al 90%) dei quali non è dichiarato il domicilio vicino alla scuola ai fini di una regolare frequenza scolastica; personale docente privo di abilitazione e persino del titolo di accesso per l’insegnamento delle discipline; difformità delle ore di servizio indicate nei contratti individuali di lavoro rispetto alle prestazioni lavorative risultanti dai documenti di assegnazione alle classi; grave inosservanza delle disposizioni vigenti in materia di esami di idoneità ed esami integrativi; lacune e incongruenze nella tenuta dei registri cartacei ed elettronici che minano la veridicità di quanto attestato.
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