Con una recentissima nota diramata a tutte le Direzioni scolastiche regionali, il Ministero dell’istruzione ha trasmesso le “Linee guida sulla riorganizzazione delle attività di educazione fisica e sportiva nelle scuole secondarie di I e II grado”.
“Le direttive impartite con il documento – sottolinea il Ministero – costituiscono riconoscimento del ruolo di assoluto rilievo che il Ministro attribuisce a tali attività nella crescita dei giovani, sia per i valori che attraverso le stesse vengono veicolati sia per il ruolo trasversale rivestito nell’ambito delle ‘educazioni’”.
Ma – tutto sommato – la “riorganizzazione” si riduce a ben poca cosa.
La direttiva pone l’accento in particolar modo sulle “ore aggiuntive di avviamento alla pratica sportiva” espressamente previste, fino ad un massimo di 6 settimanali, dall’articolo 87 del vigente Contratto Nazionale di Lavoro del comparto scuola.
“Riorganizzare la pratica sportiva nella scuola – si legge nella direttiva – comporta un utilizzo di queste ore corretto, trasparente e finalizzato a conseguire risultati sistemici”. E, per convogliare efficacemente le risorse finanziarie disponibili, le scuole potranno dotarsi una struttura organizzativa interna formalizzata anche all’interno del POF, a dimostrazione del fatto che l’educazione fisica e la pratica sportiva hanno una forte valenza interdisciplinare.
Si tratta di istituire appositi Centro sportivo scolastico “da intendersi come struttura organizzata all’interno della scuola, finalizzata all’organizzazione dell’attività sportiva scolastica”.
“La loro costituzione – chiarisce però la direttiva – è autonomamente deliberata e non ha alcun carattere di obbligatorietà. Le scuole
potranno liberamente decidere di costituirli rispettando le procedure e coinvolgendo gli organi di istituto, individuali e collegiali, ai quali la normativa vigente affida la formazione e la manifestazione delle deliberazioni”.
Compito dei C.S.S. sarà quello di programmare ed organizzare iniziative ed attività coerenti con le finalità e gli obiettivi del progetto nazionale, in funzione della propria realtà e delle proprie risorse.
Soggetti di tale forma associativa interna saranno i docenti di educazione fisica fra i quali il Dirigente scolastico (“nell’esercizio delle proprie prerogative di stato giuridico relative al migliore utilizzo delle risorse umane disponibili” aggiunge ancora la direttiva) nominerà quello incaricato del coordinamento del Centro Sportivo.
Insomma, una direttiva che in realtà si limita a prendere atto quanto già avviene nella maggior parte delle scuole e che non rende disponibili risorse aggiuntive di cui ci sarebbe certamente bisogno per adeguare attrezzature e impianti molto spesso inadeguati e inefficienti.
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