Sulla direttiva di indirizzo per l’attività dell’Invalsi i giudizi dei due maggiori sindacati della scuola divergono quasi del tutto.
Mentre per Cgil-Flc “la nuova Direttiva si colloca nel segno della continuità, con limitate aperture la più consistente delle quali è di tipo tecnico”, Cisl-Scuola mostra di apprezzare (e non poco) i diversi passaggi del provvedimento.
E su non pochi punti le valutazioni dei due sindacati sono del tutto opposte.
Per esempio la Flc di Enrico Panini ritiene che la direttiva sia in palese contraddizione con le previsioni dello stesso disegno di legge sugli esami di Stato, mentre il sindacato di Francesco Scrima parla esplicitamente di “coerenza con il disegno di legge di riforma degli esami di Stato recentemente approvato dal Governo”.
Ad Enrico Panini la direttiva non piace anche perché dalla nuova Amministrazione ci si aspetterebbero “passi ben più decisi e netti”, mentre Francesco Scrima mostra apprezzamento per le integrazioni rispetto alla direttiva del marzo scorso che vanno proprio nella direzione delle richieste avanzate da tempo dal sindacato.
Ma le divergenze riguardano anche aspetti specifici.
Cgil manifesta perplessità rispetto alla introduzione dei “rilevatori esterni” (la novità potrebbe “essere letta come una prova di sfiducia nei confronti dei docenti”, sostiene Panini), mentre Cisl-Scuola dichiara di condividere senza riserve questa scelta.
La restituzione dei risultati alle scuole è forse l’unico aspetto che trova concordi i sindacati: secondo la Cgil questo serve a “fornire alle scuole rassicurazioni circa lo scopo dell’operazione” e secondo la Cisl viene così finalmente esplicitato in modo chiaro che “l’obiettivo di fondo delle rilevazioni consiste nel supportare l’attività di valutazione periodica e annuale degli apprendimenti degli alunni”.
Secondo il sindacato di Panini, tuttavia, “la lacuna più grave della direttiva è l’aver trascurato nel modo più assoluto il ruolo che le scuole devono/possono assumere in merito, anche nella considerazione che una crescita di competenze si riversa positivamente nella fase di valutazione interna”.
All’opposto la Cisl sostiene che l’intero impianto delle modifiche apportate “denota la volontà dell’Amministrazione di un coinvolgimento attivo e protagonistico dellescuole, ed in particolare dei docenti, ai processi e alle dinamiche valutative”.
Difficile dare una interpretazione del perché di due letture così distanti fra di loro.
La sensazione è che di qui in avanti Cgil e Cisl potrebbero trovarsi uniti nelle rivendicazioni più strettamente sindacali (contratto e precariato, in particolare), ma profondamente separati nella valutazione delle scelte di carattere amministrativo e gestionale del Ministro.
E’ possibile che la Cisl (non foss’altro che motivi di consonanza culturale ed ideologica con il Ministro) si mostri più morbida e più vicina alle scelte di Fioroni, mentre la Cgil tenda a prendere le distanze anche per non perdere troppo contatto la sinistra radicale e con il “Movimento”.
I prossimi eventi ci diranno se questa interpretazione è plausibile.