Quest’anno la macchina organizzativa scolastica è partita più a rilento del solito: oltre la metà delle immissioni in ruolo non si sono realizzate, le graduatorie di merito e le GaE si sono presto svuotate, lasciando ai dirigenti scolastici l’onere di individuare un numero altissimo di supplenti e siccome anche le graduatorie d’istituto in molti casi non sono bastate si è fatto ampio ricorso alle Mad.
Nel frattempo, gli uffici scolastici hanno dovuto individuare il Dsga di una scuola su quattro e il capo d’istituto in un istituto su cinque. Il tutto, in alcune regioni è stato fatto senza il direttore generale.
Ancora oggi, manca la guida negli Usr di Lombardia e Liguria. In Sicilia, ad inizio agosto l’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha nominato Raffaele Zarbo, ma la decisione è finita nella lente della Corte di Conti e risulta “congelata”.
Nel Lazio, dove il dottor Gildo De Angelis è andato in pensione da oltre cento giorni, la poltrona è rimasta vuota: il nuovo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, starebbe pensando a Rocco Pinneri, dell’Ufficio di Gabinetto dello stesso titolare del Miur, ma ancora non c’è nulla di ufficiale.
Su questi vuoti direzionali, La Tecnica della Scuola ha intervistato Saverio Pantuso, segretario regionale Lazio Uil Scuola, esperto delle problematiche degli uffici periferici scolastici delle province laziali ed della capitale.
Pantuso, le era mai capitato che nella terza decade di novembre mancassero ancora tanti docenti per coprire le supplenze annuali?
In effetti, vi sono sempre state oggettive difficoltà dovute a procedure complesse e macchinose, ma mai come in questo anno.
Le scuole e gli studenti quanto stanno risentendo di questi ritardi?
È evidente che ogni ritardo, di qualsiasi genere, anche ad un appuntamento, non è mai positivo, ma è un chiaro segno, quanto meno di scarsa organizzazione. Le scuole, gli studenti e le famiglie, sono quindi “vittime” di una gestione approssimativa, che rincorre le scadenze quando ormai sono divenute vere e proprie emergenze.
Ci sono responsabilità da parte dell’amministrazione?
Direi di sì: quello che è accaduto quest’anno è decisamente grave, perché gli adempimenti di inizio d’anno scolastico sono ben noti e quindi non vi sono attenuanti. Ogni anno scolastico la situazione si aggrava, anche perché i pensionamenti del personale amministrativo dell’amministrazione hanno creato uno scoperto che ormai veleggia oltre il 60%.
A capo degli istituti mancano anche più di 1.700 dirigenti scolastici e oltre 2.000 Dsga: le reggenze ed i facenti funzione riescono effettivamente a tamponare la situazione?
Le reggenze sono paragonabili ad un secchio d’acqua, con cui si vorrebbe spegnere un incendio di un bosco. Le nomine dei vincitori del recente concorso per Dirigenti scolastici non sono state affatto sufficienti nel Lazio a coprire tutti gli istituti. Le reggenze sono un palliativo, perché un Dirigente può averne solo una e per i Dsga non sono neanche previste. Diversi Dirigenti scolastici neovincitori si sono trovati a gestire scuole prive di Dsga e più di uno, dopo pochi giorni, per il comprensibile sconforto, ha addirittura rinunciato al nuovo incarico, tanto faticosamente conseguito, ed è tornato ad insegnare.
Nel Lazio vi sono dirigenti scolastici con un alto numero di sedi da gestire?
Se per sedi si intende “plessi” o “sedi secondarie”, la risposta è affermativa, soprattutto per i molti dirigenti scolastici con reggenze. Va detto, forte e chiaro, che se le reggenze convengono all’amministrazione, in quanto retribuite ben al di sotto del trattamento di un dirigente “titolare”, non convengono di certo alla scuola, che si trova con un dirigente forzatamente a “mezzo servizio”, con le ricadute negative per la didattica e l’ordinato proficuo svolgimento della formazione degli alunni.
Intanto, l’Usr laziale continua ad essere orfano del suo direttore generale: questa mancanza sta creando problemi?
L’Usr del Lazio è senza direttore generale dal 1° agosto scorso, quindi proprio da quando quest’anno si sono venute a determinare le fasi più delicate di avvio dell’anno scolastico ed in coincidenza con la stipula dei nuovi contratti dei dirigenti vincitori del concorso. La Uil Scuola, insieme alle altre sigle sindacali, ha più volte denunciato formalmente tale situazione a dir poco insostenibile, per non dire grottesca.
Perché è grottesca?
Perché non era mai accaduto, ed è gravissimo, in quanto il pensionamento per limiti di età del precedente direttore era ben noto da anni a chi doveva provvedere. Nell’antica Roma, il nuovo Console era nominato ben sei mesi prima della scadenza del mandato del Console che avrebbe sostituito e lo affiancava a tempo pieno. Nonostante tanti discorsi di attenzione per la scuola, questa situazione dimostra in modo inequivocabile quanto effettivamente la politica abbia a cuore l’istruzione dei futuri cittadini.
Cosa potrebbe accadere qualora da Viale Trastevere non si individui presto il dirigente a cui affidare l’Ufficio scolastico laziale?
Intanto, mi chiedo quale sarà l’avviso della Corte dei Conti in merito alla stipula dei contratti dei nuovi dirigenti scolastici mancante della firma del direttore generale direttamente competente per legge. Si è cercato di ovviare con il Capo Dipartimento, ma la scuola non è una “caserma” e la dirigenza non è un grado militare, per cui il Generale di Divisione può sostituire il Generale di Brigata. Il terzo Usr più rilevante per numero di scuole in Italia è privo del titolare dell’azione amministrativa dal 1° agosto, mentre la vigente normativa non prevede la qualifica autonoma di vice-direttore, ma solo di un dirigente vicario: vicario di chi?
Quindi il vicario non serve a molto?
La realtà è che l’Ufficio scolastico ad oggi è privo della persona fisica che lo dirige. Le conseguenze sono facilmente immaginabili e riassumibili in una sola domanda: chi è direttamente responsabile e chi direttamente rappresenta dal 1° agosto 2019 l’Usr del Lazio? Non voglio e non posso pensare che un simile vuoto di potere giovi a qualcuno, certamente non alla scuola laziale.
Quali sono le urgenze che il nuovo direttore dell’Usr Lazio è chiamato a risolvere?
Porre prima di tutto in essere una programmazione articolata e puntuale; avviare, come stabilito dal CCNl, tutte le procedure con le organizzazioni sindacali; convocare conferenze di servizio per i neo dirigenti e monitorare lo stato dell’arte con il Servizio Ispettivo della Direzione Regionale. Insomma, a 80 giorni dall’inizio dell’anno scolastico, la scuola del Lazio si autosostiene in solitudine, grazie al buon senso ed allo spirito di servizio sia dei dipendenti degli Uffici periferici che dei Dirigenti, docenti e personale Ata. Per concludere con un’amara battuta, mi sentirei di dire a chi non provvede dal 1° agosto: “Se ci sei, batti un colpo…”.
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