E’ in dirittura d’arrivo il provvedimento del Consiglio dei Ministri che dovrebbe cambiare radicalmente il panorama delle direzioni scolastiche regionali.
Ormai è scontato che pochi, pochissimi direttori generali rimarranno al loro posto: secondo alcune indiscrezioni dei giorni scorsi solo nel Lazio e in Lombardia non ci saranno cambiamenti, in tutte le altre regioni i direttori saranno spostati.
Nella maggior parte dei casi i direttori attuali saranno addirittura assegnati per un anno a compiti di studio e di ricerca, in attesa che si decida sulla loro sorte.
E’ la conseguenza delle norme sul cosiddetto "spoil system" introdotto dalla legge n. 145 del luglio scorso.
Nel concreto la legge stabilisce che tutte le nomine dei dirigenti statali di grado particolarmente elevato cessino entro i 90 giorni successivi al voto di fiducia del Governo subentrante; in fase di prima applicazione la legge 145 dispone che entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge stessa tutte le nomine fatte dal precedente Consiglio dei Ministri siano revocate.
I 60 giorni scadono appunto agli inizi di ottobre, ma in realtà sembra che il ministro Letizia Moratti abbia già in mano l’elenco dei nuovi direttori regionali da sottoporre alla firma del presidente del Consiglio.
Si parla di promozioni di dirigenti ministeriali in sintonia con l’attuale maggioranza politica così come del taglio di teste eccellenti che avrebbero la sola colpa di non essere politicamente gradite alle forze di Governo.
E c’è che chi garantisce che il provvedimento è già nell’agenda del Governo che potrebbe esprimersi in merito nell’arco di pochissimi giorni. Su queste voci Cgilscuola ha già diramato un comunicato che definisce la decisione del Governo "scelta utile a favorire, da un lato, la centralizzazione delle decisioni al Ministero, dall’altro, spianare la strada alla devolution alle Regioni di tutte le competenze sull’istruzione".
"Siamo di fronte a provvedimenti inaccettabili – afferma Enrico Panini, segretario nazionale della Cgilscuola – governare una Pubblica Amministrazione è una cosa molto diversa dal governare un’azienda".