Una vera e propria tragedia sfiorata: nel pomeriggio di ieri, mercoledì 29 maggio, è crollato il solaio all’interno dell’androne di un istituto primario di primo grado del barese. Per fortuna l’area era già stata chiusa al passaggio degli studenti per via di alcune crepe considerate sospette dal dirigente scolastico. Lo riporta Il Corriere della Sera.
Anche gli alunni che sedevano nell’aula del primo piano in corrispondenza delle crepe erano stati fatti spostare. Il preside nelle ore precedenti il crollo aveva allertato sia l’amministrazione comunale che i vigili del fuoco, così da segnalare le criticità.
Non c’è stato tempo per i tecnici del comune per intervenire. Il crollo è avvenuto poche ore dopo. Già oggi sono iniziati i lavori di ripristino dell’immobile, che dovrà essere agibile il prossimo 8 e 9 giugno in occasione delle elezioni amministrative di Bari, in quanto la scuola sarà uno dei seggi della zona.
Ricordiamo che la maggior parte delle scuole italiane sono state costruite oltre mezzo secolo fa. Oltre 1.500 plessi, su circa 40.000, hanno oltre 100 anni: 582 istituti risalgono addirittura a prima del 1800. Solo il 40% degli edifici scolastici circa 15.500 – è stato edificato dal 1976 in poi. E si vede.
Soprattutto perché in molte di queste scuole la manutenzione ordinaria e straordinaria (soprattutto se comuni e città metropolitane sono a corto di soldi) purtroppo vengono in continuazione rimandate. Fino a quando non subentrano problemi seri e il pericolo quotidiano per chi frequenta quegli istituti non si trasforma, purtroppo, in un incidente.
“Una emergenza che perdura, con numeri costanti e che continuiamo a monitorare anche con un nostro contatore web”, spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva che sottolinea: “Quanto avvenuto ieri nella scuola pugliese dove il preside docente, alla vista di crepe sospette sul soffitto, ha fatto spostare gli alunni, ci ricorda quanto sia importante vigilare sulla sicurezza delle scuole, anche osservando e segnalando episodi e elementi che possono essere un indicatore di rischio, come appunto le crepe nel soffitto. Ma la vigilanza non basta. Continuiamo da anni a chiedere che ci siano finanziamenti strutturali e duraturi che consentano di intervenire per la messa in sicurezza di un patrimonio edilizio scolastico che, quasi in un caso su due, risale a prima del 1976. Negli ultimi anni, a parte il PNRR che ancora non ha dato tutti i suoi frutti, i fondi per la messa in sicurezza delle scuole non sono stati rifinanziati in misura adeguata e le casse degli Enti Locali sono sempre più povere, anche solo per effettuare gli interventi di manutenzione ordinaria, o per le indispensabili indagini diagnostiche di soffitti e solai. Chiediamo una inversione di rotta, rivolgendo un appello in tal senso anche in vista delle prossime elezioni di giugno”.
Il Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio, in una nota ha dichiarato: “Quanto accaduto a Bari è l’ennesimo grave episodio che mostra lo stato dell’edilizia scolastica italiana. Un vero e proprio rischio per alunni e docenti che poteva trasformarsi in tragedia, se non fosse stato per la prontezza del Preside che allarmato da alcune crepe sul soffitto, ha deciso di far sgomberare la zona. Nel convegno sulle scuole in affitto promosso dalla Gilda degli Insegnanti lo scorso aprile, abbiamo messo in evidenza l’urgenza di un intervento di controllo e coordinamento delle condizioni dell’edilizia scolastica in Italia. Ci auguriamo, dunque, che il governo dia finalmente un segno di vita per quanto riguarda questa tematica”.
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