E’ stata inutile la corsa in ospedale per tentare di salvare Vittore Pecchini, 57 anni, il dirigente scolastico dell’Istituto Marco Polo di Venezia morto la notte fra sabato 25 e domenica 26 maggio.
L’uomo, soccorso all’interno del suo camper parcheggiato all’angolo fra Lungomare D’Annunzio e via Francesco Duodo a San Nicolò, poco lontano dalla sua abitazione, riporta Il Gazzettino, avrebbe deciso di togliersi la vita a causa di problemi personali, legati soprattutto proprio alla sua professione. Nei giorni scorsi, infatti, avrebbe dovuto tenersi uno sciopero proprio contro le misure adottate dal preside Pecchini. Manifestazione, ovviamente, revocata dopo la tragica notizia.
A dare l’allarme la compagna, alla quale il preside del Marco Polo e dell’intero polo tecnico professionale di Venezia, avrebbe confidato di volersi togliere la vita e di aver già ingerito dei farmaci.
All’arrivo degli operatori del 118 le condizioni di Pecchini sono apparse subito gravi e purtroppo tutte le manovre per rianimarlo sono risultate vane. La salma, trasportata nell’obitorio del Civile, è a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il dirigente aveva diretto istituti scolatici in Italia (tra cui l’istituto comprensivo del mare di Ravenna) e istituti italiani all’estero (come Edimburgo, in Scozia, e Barcellona, in Catalogna). Parlava sei lingue, ed era istruttore di vela e sub, nostromo sulla nave goletta Leeuwin, nell’Australia Occidentale, membro dell’equipaggio della base nautica di Timor, nel mar della Sonda.Poi la scelta di accettare la sede scolastica di Venezia, dove da quest’anno aveva assunto la dirigenza anche del liceo classico, artistico e musicale Marco Polo: in realtà, prosegue il Gazzettino, una polveriera per problemi relativi alla sicurezza statica delle strutture, al numero delle iscrizioni, al gioco delle continue deroghe fra esigenze e normative. La vicenda aveva raggiunto anche le commissioni comunali. Ma non solo: pare che ci siano stati problemi anche con gli insegnanti ed il personale ausiliario per problematiche, fra le altre, legate alla mancanza della contrattazione di istituto. “Sono stanco – diceva Pecchini – arcistufo: a scuola mi stanno attaccando tutti, genitori e docenti”. Per questo il 27 sarebbe dovuto tenersi uno sciopero proprio contro le sue iniziative da dirigente.
“Umanamente è una tragedia che richiama tutta la nostra solidarietà e che getta la scuola in una situazione difficile perché perde il suo punto di riferimento – commenta il docente Emilio Raimondi – le contrapposizioni fra Pecchini, i docenti ed il personale erano pubbliche, del tutto avulse dalla sua persona e dai rapporti umani che si sono instaurati”.
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