Nonostante percepiscano il doppio dello stipendio rispetto ai docenti, i dirigenti scolastici sono sul piede di guerra e proclamano lo stato di agitazione. Alla base della protesta diverse promesse non mantenute secondo il presidente di ‘DirigentiScuola’ Attilio Fratta. Il numero uno del sindacato dei presidi lamenta molti problemi discussi ma ancora irrisolti.
“Abbiamo firmato il protocollo della sicurezza affinché l’anno prendesse piede nel migliore dei modi – spiega Fratta – abbiamo aderito alla campagna sui vaccini prima e sul green pass poi. Abbiamo chiesto con molta determinazione che viale Trastevere iniziasse a prendere in mano i problemi della dirigenza scolastica. Nulla, silenzio e calma piatta. E davanti a questa situazione non possiamo fare altro che proclamare uno stato di agitazione”.
Il presidente di ‘DirigentiScuola’ sottolinea anche altri problemi: “Mille scuole sono senza dirigenti, per questo siamo stati costretti a impugnare il decreto ministeriale del 15 maggio scorso facendo appello al presidente della Repubblica. Non abbiamo avuto scelta – sottolinea Fratta – nonostante le promesse fatte dal ministero su organici, mobilità e affidamento dei nuovi incarichi, nulla è accaduto. E l’anno scolastico è iniziato, sotto questo aspetto, nel peggiore dei modi”.
“L’unico provvedimento assunto – continua – è stato quello adottato contro la dirigenza, sottraendo alla stessa oltre 370 sedi. Da quando si è insediato, abbiamo consegnato, al Ministro numerosi documenti inerenti le problematiche incancrenite della dirigenza e l’elevato rischio burnout dei dirigenti scolastici. E’ ormai impossibile far finta di niente”.
“A partire dal prossimo 15 novembre – annuncia Fratta – attueremo lo stato di agitazione proclamato, attraverso sit in, scioperi di fame e sete a oltranza e disobbedienza civile. E’ ora di dire basta a questa presa in giro che si protrae ormai da anni”.