Sulla questione della nomina dei collaboratori del capo di istituto c’è ora una nuova circolare che il Ministro ha emanato anche a seguito delle pressioni sindacali: è la n. 205 del 30 agosto che – nel tentativo di fare chiarezza – complica forse ulteriormente la vicenda.
Come è noto fino allo scorso anno presidi e direttori dovevano scegliere il proprio "vice" fra un certo numero di collaboratori eletti dal collegio dei docenti; ora, la qualifica dirigenziale che è stata loro attribuita comporta la possibilità di nominare autonomamente i propri collaboratori.
I collegi, insomma, non hanno più voce in capitolo anche se la C.M. n. 205 suggerisce alle scuole di mettere in atto "forme di raccordo tra le autonome scelte del dirigente scolastico e quelle del collegio dei docenti".
Il fatto è che ai collaboratori – quest’anno – potranno essere attribuite vere e proprie deleghe (cosa non consentita in passato) con la possibilità di firmare atti amministrativi validi a tutti gli effetti (circolari interne, per esempio).
Contemporaneamente sparisce anche la figura del "vicario" o "vice-preside" che non ha più ragion d’essere anche se – in caso di assenza temporanea – il dirigente potrà affidare le funzioni essenziali ad un proprio collaboratore.
Intanto proseguono le prese di posizione sull’argomento: Alternativa Sindacale (componente di CgilScuola) ha diramato un comunicato in cui si afferma che la circolare del Ministro è del tutto illegittima e si invitano i collegi dei docenti ad eleggere comunque i collaboratori.
La sortita non è piaciuta però alla segreteria regionale piemontese che in una lettera inviata al Segretario generale Enrico Panini e pubblicata in rete accusa Alternativa Sindacale di creare inutile confusione.
Posizione analoga a quella di Alternativa hanno espresso Cobas e CUB che minacciano anche di rivolgersi alla magistratura, mentre Cislscuola sembra attestarsi per ora su posizioni più attendiste.
In ogni caso il Ministero ha precisato che restano del tutto immutate le competenze del collegio dei docenti in materia di affidamento degli incarichi di "funzione-obiettivo".
La soluzione che sembra dunque prospettarsi potrebbe però mettere tutti d’accordo: il collegio designa le funzioni-obiettivo che rivestono incarichi di carattere didattico, mentre il dirigente scolastico assegna funzioni organizzative e gestionali ai propri collaboratori.
Resta tuttavia del tutto irrisolta la questione economica: mentre è confermato il compenso di 3 milioni annui per i docenti funzione-obiettivo, nulla si dice – per ora – sui compensi spettanti ai collaboratori che verrebbero così a gravare sul magro fondo di istituto che già ora è appena sufficiente per retribuire poco e male le molteplici prestazioni aggiuntive del personale scolastico.
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