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Dirigenti scolastici: contratto difficile

Arriva subito dopo Natale una mezza buona notizia per i 10mila dirigenti scolastici di tutta Italia: il Ministero ha deciso di convocare le organizzazioni sindacali per affrontare la questione della “retribuzione di risultato” che dovrebbe spettare a tutti ma che in alcune regioni non viene riconosciuta ai dirigenti assunti negli ultimi anni.
Il motivo ? Le risorse necessarie per il pagamento di questa quota di stipendio vengono gestite a livello regionale e derivano dai “risparmi” legati ai pensionamenti, ma in alcune regioni i conteggi sono stati fatti in modo un po’ approssimativo e quindi adesso non ci sono soldi a sufficienza per pagare anche i nuovi assunti.
Pochi giorni prima di Natale, in Veneto, più di 150 dirigenti scolastici avevano partecipato ad una manifestazione di protesta svoltasi proprio sotto le finestre della sede dell’Ufficio scolastico regionale.
Già nei mesi passati il direttore generale Giovanni Biondi aveva assunto l’impegno per affrontare la questione che, tra l’altro, sta complicando ulteriormente anche la trattativa per il contratto nazionale (scaduto esattamente 4 anni fa).
Adesso la buona notizia: i sindacati sono stati convocati dal direttore Biondi per il prossimo 12 gennaio; secondo voci ufficiose il Ministero avrebbe invitato gli Uffici regionali a rifare in conti con maggior precisione scoprendo così che il “disavanzo” è tutto sommato modesto e potrebbe essere facilmente coperto ricorrendo all’indistinto “calderone” delle spese per gli stipendi.
Segna invece il passo la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale: mancano le risorse per garantire la perequazione retributiva alle altre dirigenze statali e per questo motivo sembra molto improbabile che l’Aran possa ottenere il consenso di tutti i sindacati.
Si profila dunque una conclusione contrastata: è possibile che il primo contratto relativo al primo biennio (2006-2008) venga sottoscritto da Cisl, Cgil e Snals (si parla di un aumento a regime di 215 euro mensili, inferiore ai 260 riconosciuti ai dirigenti di I fascia con il contratto siglato qualche settimana fa).
Ma sul secondo biennio la conclusione potrebbe essere del tutto impossibile: Anp e Cgil potrebbero non firmare (i primi perché rivendicano la perequazione con le altre dirigenze, i secondi perché intendono continuare a protestare contro l’accordo quadro sul pubblico impiego voluto un anno fa dal ministro Brunetta).

Reginaldo Palermo

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