Il contratto dei presidi si farà in tempi brevi: lo ha dichiarato nella giornata del 24 agosto il sottosegretario Valentina Aprea intervenendo ad una tavola rotonda sui problemi della dirigenza scolastica svoltasi nell’ambito del Meeting Nazionale di Comunione e Liberazione.
Le condizioni saranno quelle già indicate dalla Aprea e da altri esponenti dell’attuale maggioranza nella lettera che era stata inviata all’Anp in piena campagna elettorale. Pur non dichiarandolo apertamente, il sottosegretario Aprea ha lasciato dunque intendere che l’ipotesi di assegnare altri 168 miliardi per la chiusura del contratto – come da noi anticipato già da qualche tempo – appare del tutto realistica. La somma verrà reperita sui fondi di riserva dove sono confluiti i risparmi determinatisi a seguito del dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche. Negli ultimi due anni scolastici – infatti – il numero complessivo di presidenze e direzioni didattiche è diminuito di più di 2mila unità che corrispondono appunto ai 168 miliardi di stipendi, e forse più, di cui si parla ormai da qualche tempo.
Non cambiano – almeno per ora – le reazioni sindacali.
Ovvia e comprensibile la soddisfazione in casa Anp (Associazione nazionale presidi), il cui presidente Giorgio Rembado aveva fatto capire già da tempo che a settembre – in assenza di contratto o almeno di qualche certezza – presidi e direttori potrebbero essere poco disponibili a farsi carico anche della "patata bollente" della nomina delle supplenze come previsto dal decreto sul precariato.
D’altronde non da oggi l’Anp rivendicava che i risparmi del dimensionamento fossero utilizzati per coprire i costi del contratto dei dirigenti scolastici; a dire il vero le risorse messe in campo dal Governo non consentono una perfetta equiparazione agli stipendi della I area dirigenziale come richiesto dalle organizzazioni sindacali e dall’Anp in particolare, ma la differenza non è elevata; può darsi che l’Anp voglia ancora sottolineare questo punto, ma – al di là delle inevitabili scaramucce della trattativa – la soluzione dovrebbe essere davvero vicina.
E anche le ultime dichiarazioni rese alla stampa dal segretario della Cgilscuola Enrico Panini sembrano facilitare la soluzione della trattativa: mentre infatti in un primo momento la Cgilscuola aveva chiesto analoghi interventi per il restante personale della scuola, nel corso di una intervista pubblicata proprio il giorno di Ferragosto su un quotidiano, Enrico Panini aveva dichiarato che il suo sindacato avrebbe chiesto al Governo precisi impegni per gli insegnanti, ma a partire dalla legge finanziaria del 2002.
Adesso però alle parole del sottosegretario Aprea dovranno seguire fatti e atti concreti: per una ripresa della trattativa è necessario che il Governo emani subito un nuovo atto di indirizzo. Realisticamente c’è da aspettarsi che la direttiva arrivi prima dell’avvio dell’anno scolastico e che il contratto venga siglato entro il mese di settembre.
Intanto direttori e presidi – caricati anche di ulteriori incombenze (per esempio le nomine dei supplenti annuali) incominciano a mostrare segni di insofferenza. Un segnale in tal senso arriva dalla Lombardia dove proprio nelle ultime ore Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto l’immediata riapertura del confronto contrattuale e la modifica delle norme relative all’attribuzione delle supplenze ritenute eccessivamente gravose e cariche di responsabilità. In caso contrario, avvertono i sindacati lombardi, il 13 settembre i dirigenti scolastici scenderanno in sciopero, anche se solo per un’ora.
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