Esiste un collegamento fra numero dei dirigenti scolastici in servizio e il salario netto che essi percepiscono in busta paga.
Il meccanismo del FUN (Fondo unico nazionale) alla cui suddivisione partecipano tutti i DS permette, per la parte che lo riguarda, di comprendere il fenomeno.
Si tratta di una somma fissa da distribuire e se il numero di DS aumenta è evidente che la somma spettante a ciascuno diminuisca.
L’arrivo quest’anno di un cospicuo numero di dirigenti scolastici ha determinato una particolare situazione tale per cui esiste la concreta possibilità della restituzione di una parte di quanto già percepito.
A margine del seminario organizzato dalla CISL Scuola Calabria rivolto ai DS, affrontiamo questo tema con Paola Serafin, della segretaria nazionale CISL Scuola, che si occupa dei dirigenti scolastici
Cosa è il FUN e come si colloca nell’articolazione della retribuzione dei DS ?
In questi giorni, presso molti Uffici scolastici regionali si stanno svolgendo incontri per la stipula delle ipotesi dei Contratti integrativi regionali relativi al Fun 2017/2018. FUN sta per Fondo Unico Nazionale, del quale si occupa da ultimo l’art. 41 del CCNL Area Istruzione e Ricerca. Dobbiamo precisare che la retribuzione dei dirigenti scolastici ha una struttura articolata. Infatti, la retribuzione è costituita in parte da somme che sono stabilite e rimangono inalterate nella loro consistenza e in parte da risorse che invece subiscono delle variazioni appunto anche in relazione all’annua determinazione della consistenza del FUN, con una forte differenziazione oltretutto rispetto alle altre dirigenze dell’Area incluse nel medesimo contratto. Lo stipendio tabellare e la retribuzione di posizione di parte fissa, sono infatti omogenee alla retribuzione degli altri dirigenti dell’Area Università e Ricerca ma non è così per la retribuzione di parte variabile e per il risultato, per le quali constatiamo invece una importante disparità.
La retribuzione di posizione di parte variabile e di risultato subisce inoltre tra i dirigenti scolastici forti oscillazioni dipendenti da una molteplicità di fattori, tra cui il numero delle reggenze. Pertanto, molti elementi risultano critici a causa della struttura stessa della retribuzione dirigenziale. Su questo aspetto occorrerà certamente intervenire. Ma vi sono anche altri aspetti molto rilevanti.
E’ vero che esiste il rischio di recupero sulle somme già erogate?
Infatti, se è vero che la retribuzione di posizione e di risultato del dirigente scolastico dipende dalla consistenza del Fondo, purtroppo il FUN viene determinato da diversi anni a questa parte con grande ritardo. Poiché però vige il principio della ultrattività dei contratti, le retribuzioni continuano ad essere erogate in base all’ultimo CIR vigente e in caso di una minore consistenza in fase di determinazione del FUN gli effetti sono inevitabilmente retroattivi. Può cioè accadere che i dirigenti siano chiamati addirittura a restituire quanto già percepito, a causa della tardiva determinazione della consistenza del Fondo. È appunto quanto potrebbe accadere in alcune situazioni relativamente all’anno scolastico 2017/2018, i cui CIR sono attualmente in via di definizione.
Quali sono i dati sui quali state ragionando?
Rispetto al fondo 16/17, la quantificazione vede la sottrazione di ben 18.085.908 euro lordo dipendente. Questo ha comportato addirittura in alcune regioni l’ipotesi che per il pagamento delle reggenze non siano sufficienti i fondi di retribuzione di risultato ma si ipotizzi di utilizzare parte della retribuzione di parte variabile. Su ipotesi del genere, che soprattutto in alcune regioni si stanno prefigurando, siamo in assoluto disaccordo, l’impegno delle Organizzazioni sindacali è quello di evitare ogni ipotesi di restituzione della retribuzione di parte variabile già percepita.
La Cisl Scuola, insieme alle altre OO.SS. aveva anticipato queste problematiche e nell’accordo raggiunto con il Ministro Fioramonti e poi recepito dalla Ministra Azzolina si era ottenuto l’impegno almeno per l’a.s. 18/19 a reperire risorse per ulteriori dieci milioni di euro, proprio per evitare restituzioni. Ci chiediamo che fine abbia fatto il decreto interministeriale che ci era stato detto essere in dirittura d’arrivo. Nonostante le rassicurazioni forniTe dal Ministero non abbiamo ancora il decreto e il ritardo è ormai intollerabile, considerando gli impegni assunti al massimo livello.
Il numero dei nuovi dirigenti reclutati dal nuovo concorso è stato consistente e vi sono ancora immissioni da fare, e ciò dunque potrebbe comportare una caduta della retribuzione per la categoria. Cosa si profila dunque per l’a.s. 2019/20?
Anche per l’a.s. 2019/2020 potranno determinarsi sostanziali cadute della retribuzione perché lo stesso fondo verrà distribuito tra un numero decisamente maggiore di dirigenti scolastici, per effetto delle importanti assunzioni derivanti dall’ultimo concorso. Di questo è ben consapevole il ministero, tanto che nell’ultima legge di bilancio è stato previsto un incremento di 30 milioni di euro ma questi fondi sono certamente insufficienti e rispondono solo in parte alle richieste che i sindacati avevano ampiamente documentato. Che i sindacati avessero ragione è dimostrato dal fatto che alcuni USR non stanno addirittura corrispondendo ai nuovi dirigenti scolastici la retribuzione di posizione parte variabile, con ciò pesantemente ed inammissibilmente decurtando gli stipendi. Su questo aspetto stiamo insistendo a livello regionale affinché si proceda alla corresponsione di quanto dovuto. E certamente torneremo a sollecitare il parlamento affinché con idonei stanziamenti nella prossima legge di bilancio si eviti l’ipotesi di una diminuzione stipendiale che la Cisl Scuola ritiene assolutamente inaccettabile.