Ad Antonello Giannelli, neo-presidente della più importante associazione di dirigenti scolastici, poniamo qualche domanda proprio all’indomani della sua elezione.
Partiamo subito dal tema del giorno: l’adeguamento degli stipendi dei dirigenti scolastici a quello degli altri dirigenti statali. Lei arriva alla presidenza dell’Anp proprio nel momento in cui si raggiunge un risultato pressoché storico. Nel mondo della scuola il risultato ha destato sorpresa e sta suscitando qualche polemica
In realtà è il disallineamento ad essere una profonda iniquità. I dirigenti scolastici, oltre a far parte a pieno diritto della dirigenza, hanno un carico di responsabilità che conosciamo bene. Devono dirigere una vera e propria pubblica amministrazione con una quantità molto elevata e una tipologia molto diversificata di procedimenti amministrativi da condurre; e avendo a disposizione risorse modeste di personale.
Cosa intende dire?
Parliamo per esempio degli assistenti amministrativi: nel periodo pre-autonomia erano molti di più, ma con l’autonomia c’è stato il decentramento delle funzioni amministrative con molte più cose da fare e anche più impegnative, basti pensare al codice dei contratti pubblici, al codice della privacy e alle disposizioni in materia di trasparenza. Per di più dobbiamo registrare anche una preparazione spesso non sufficiente del personale stesso che, ovviamente, non ha colpe su questo; ma il datore di lavoro e cioè il Miur dovrebbe investire molto di più in formazione Ci auguriamo che finalmente ci siano gli stanziamenti adeguati per iniziare ad allineare la retribuzione di posizione parte fissa che è solo un parte del tutto. Per ora si riuscirà a coprire solamente un quarto del divario oggi esistente, ma sarebbe già un bel passo in avanti
Come ci si sente a prendere le redini di una organizzazione diretta ininterrottamente per vent’anni da Giorgio Rembado? E’ una eredità importante, o no?
Assolutamente sì, e questo mi stimola a impegnarmi al massimo Da Rembado ho imparato tantissimo, per me è stato un mito, un esempio. Sarà difficile emularne le qualità presidenziali, io ce la metterò tutta. Ma nella vita bisogna andare avanti e rinnovarsi, era venuto il momento perché lo chiedeva la base.
Con la sua nomina cambia anche l’ufficio di presidenza?
In realtà l’Anp non ha un ufficio di presidenza. Il nostro modello statutario è di carattere presidenzialista; il presidente viene eletto dalla assemblea e poi il presidente è libero di scegliersi chi vuole Questa norma è ritagliata sull’articolo 25 del TU 165: il nostro presidente è un po’ come il d.s. che può scegliersi i collaboratori Ovviamente non c’è nessuna volontà di ignorare ciò che è stato fatto in passato. In settimana si cercherà di definire le situazioni
Lei è un ispettore ministeriale: la sua nomina fa un po’ discutere…
L’ANP è una meravigliosa organizzazione aperta a tutte le qualifiche professionali: dal 2002 siamo aperti ai docenti, dal 2011 ai dirigenti tecnici e dal 2014 a tutti i dirigenti pubblici. Quindi può concorrere alla carica di presidente qualunque iscritto. Per la verità sono stato vicepreside per 10 anni, poi preside in varie scuole a Roma, poi ho avuto un distacco in Anp e di recente ho vinto il concorso a dirigente tecnico. Insomma non mi sento affatto un “ministeriale”, sono uomo di scuola a tutti gli effetti.