Il 25 maggio, a Roma, alcune sigle sindacali hanno organizzato diverse proteste e manifestazioni di dirigenti scolastici per segnalare le condizioni inaccettabili in cui versa la categoria.
Oltre alle bandiere, alle casacche e alle iniziative preparate dai sindacati nell’ambito delle rispettive dimostrazioni, i dirigenti indosseranno anche magliette bianche con la scritta DIRIGENTI SCOLASTICI ITALIANI.
Si tratta di una proposta dell’omonimo gruppo Facebook, formato da oltre 2000 presidi, che un anno fa diede vita al movimento LIBERARE LA SCUOLA.
Sono dirigenti che, pur appartenendo a diverse associazioni professionali, rivendicano un’idea comune di scuola e protestano per le condizioni non più accettabili nelle quali si trovano ad operare.
I dirigenti scolastici italiani richiamano l’attenzione sulle situazione insostenibile nella quale operano, con ricadute negative su tutto il personale della scuola: docenti, personale ausiliario, tecnico, amministrativo e soprattutto studenti e famiglie.
L’eccesso di burocrazia è diventato paradossale; il crescente carico di lavoro su segreterie non adeguate e la normativa sempre più farraginosa rendono impossibile innovare e garantire qualità ed equità del sistema scolastico.
Se da un lato si assiste ad un progressivo ed incomprensibile aumento dell’accentramento amministrativo verso il Ministero – in senso contrario all’autonomia scolastica e alla buona gestione delle scuole -, dall’altro si concentrano sulla figura del dirigente scolastico una miriade di mansioni e responsabilità, per molti aspetti estranee alla reale natura del servizio scolastico.
La dimensione degli istituti (che possono accorpare anche più di 15 scuole/plessi, fino ad oltre 2000 studenti e 200 unità di personale) è diventata ingestibile e disumana. Svilisce il senso di un lavoro che non riesce più a concentrarsi sugli aspetti educativi.
Un quarto degli istituti è senza dirigente, e questo rende impossibile un puntuale governo delle scuole affidate in reggenza. Un preside, a cui venga assegnato un altro istituto oltre a quello di titolarità, percepisce come indennità 350 euro al mese: una somma che spesso non basta nemmeno a coprire le spese di trasferimento da una sede all’altra. La gestione di due istituti non è assolutamente sostenibile; quello che doveva rappresentare una soluzione transitoria, è diventata una situazione che si protrae da anni, visto che il Ministero non si decide a bandire la nuova selezione, con disagi gravissimi per le scuole.
La responsabilità della sicurezza è in capo al dirigente scolastico, che però non può intervenire su edifici che sono di proprietà di Comuni e Province, spesso in cattivo stato di manutenzione e ancora privi della prevista documentazione (agibilità e prevenzione incendi). Sentenze anche recenti condannano i dirigenti scolastici a pene detentive e risarcimento danni, quando dal punto di vista normativo e gestionale è dimostrato che gli stessi non possiedono alcuno strumento di intervento.
Lo stipendio medio di un dirigente scolastico, a fronte di enormi responsabilità e rischi professionali, non arriva a 55.000 euro lordi l’anno (in media 2.400 euro al mese, senza possibilità di rimborsi spese neppure quando si sposta per servizio). Quello di un analogo dirigente della pubblica amministrazione, con responsabilità decisamente inferiori rispetto ad un dirigente scolastico, è di 110.000 euro lordi. Numerosi gruppi di dirigenti scolastici di alcune regioni si trovano, inoltre, nella situazione di dover restituire cospicue parti dei loro stipendi a causa di errori da parte dei rispettivi uffici regionali!
Il fondo regionale dei compensi accessori è stato ulteriormente DIMINUITO per il 2016.
E’ ora di dire basta, tutti insieme e non divisi da sigle sindacali diverse.
Chiediamo con forza:
1. La revisione totale della normativa sulla sicurezza (D.M. 81) applicata alle istituzioni scolastiche che tenga conto delle specificità del servizio di educazione e istruzione ed assegni ad ogni Ente responsabilità appropriate e ben individuate, con relativa capacità di spesa e di intervento.
2. Un immediato snellimento amministrativo, disegnato sulla specificità delle scuole, con l’eliminazione degli adempimenti inutili già previsti e l’obbligo per ogni nuova norma relativa alle pubbliche amministrazioni di prevedere indicazioni specifiche per l’applicazione semplificata nelle istituzioni scolastiche.
3. La ridefinizione della “culpa in vigilando” così come prevista dal Codice Civile, in modo da adeguare le norme a quelle in vigore nei Paesi più avanzati. Dopo una ricognizione tra le legislazioni europee, in particolare quelle dei paesi nordici, si proceda ad una modifica radicale di norme non più rispondenti alle mutate condizioni della società.
4. L’indizione immediata e regolare del concorso dirigenziale affinché ogni scuola abbia il proprio dirigente (e viceversa!) e l’istituzione di figure di sistema. E’ indispensabile prevedere una vera e propria “carriera” per gli insegnanti, anche per dare maggior senso alla transizione professionale tra docenza e dirigenza, prevedendo pure la vice-dirigenza.
5. Il riconoscimento di una retribuzione adeguata al profilo del dirigente scolastico con restituzione immediata di quanto eventualmente già prelevato.
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